Bruxelles, luglio 2010: sit-in contro le lapidazioni
Amnesty International denuncia che una donna sudanese è stata condannata alla lapidazione per "adulterio". Intisar Sharif ha 20 anni, è rinchiusa in carcere con suo figlio, un neonato di quattro mesi.
Durante il processo la donna non ha avuto l'assistenza di un legale. La donna inizialmente si era dichiarata innocente, poi ha confessato, dopo essere stata picchiata dal fratello. La testimonianza del fratello è stata l'unica considerata valida dai giudici.
Questa barbara condanna a morte è prevista nei Paesi dove è in vigore la Sharia. La vittima viene legata o sepolta fino alla vita e colpita con sassi che non devono essere né troppo piccoli da non causare danni né troppo grandi da ucciderla sul colpo. La donna rimane cosciente per tutta la durata dell'esecuzione, se riesce a liberarsi o non viene uccisa le viene risparmiata la vita.
Intisar è madre di altri due bambini.