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Hrant Dink, il suo messaggio ancora forte

a dieci anni dalla scomparsa

Dieci anni fa a Istanbul veniva ucciso Hrant Dink, il giornalista turco di origine armena che si era impegnato in prima persona nel favorire la riconciliazione e il dialogo tra turchi e armeni e l'apertura della società turca alla democrazia e al pluralismo. Con grande coraggio Dink aveva espresso una posizione chiara sulla "questione armena", definendo "genocidio" i massacri e la deportazione degli armeni nell'Impero Ottomano nel 1915, ma era contrario alle campagne di pressione dall'esterno per costringere la Turchia al riconoscimento del crimine, che giudicava controproducenti. Combatteva il nazionalismo sia da parte turca che da quella armena e voleva che le persone superassero gli schemi preordinati e i pregiudizi e imparassero ad agire in base alla propria coscienza. 

Le sue idee si erano inserite nel cammino della Turchia verso una società più libera avviato nello scorso decennio, che ha subito una dura battuta d'arresto con la svolta autoritaria imposta nell'ultimo anno dal Presidente Recep Tayyip Erdoğan e la repressione seguita al mancato golpe dello scorso luglio. Ma l'eredità che ha lasciato è comunque viva ed è stata richiamata nelle cerimonie a lui dedicate in patria e all'estero per l'anniversario.

Tra le più toccanti quella organizzata a Istanbul dagli “Amici di Hrant Dink”, un gruppo di attivisti che da mesi seguono il processo giudiziario in corso contro i funzionari di polizia e responsabili della sicurezza, accusati di non aver protetto il giornalista più volte minacciato di morte, e manifestano pubblicamente per chiedere verità e giustizia. Luogo di questa commemorazione, durante la quale ha parlato Rakel Dink, è stata la strada davanti alla vecchia sede del settimanale Agos, dove Dink fu ucciso da un giovane ultra-nazionalista il 19 gennaio 2007. Proprio tramite questo giornale, pubblicato sia in turco che in armeno, fondato da Dink nel 1996 e da lui diretto fino al giorno della morte, la comunità armena di Istanbul aveva trovato uno strumento per uscire dall’isolamento, farsi conoscere e partecipare alla vita sociale e culturale cittadina e nazionale. Compito che Agos continua a svolgere oggi facendosi portavoce delle istanze di democratizzazione e tutela dei diritti umani e di tutte le minoranze in Turchia. 

Ad Ankara, invece, la polizia è intervenuta, per interrompere la commemorazione organizzata nella piazza Yuksel con la presenza di alcuni deputati di due partiti di opposizione, il Partito Democratico dei Popoli (HDP) e il Partito Repubblicano (CHP). Nella capitale le manifestazioni di piazza sono state vietate per un mese dal 10 gennaio e agli organizzatori era stato concesso di tenere solo un minuto di silenzio. I partecipanti sono rimasti riuniti e la polizia li ha attaccati per disperderli, ha riferito Agos.

Fuori dalla Turchia sono state tenute commemorazioni in Germania, Francia, Gran Bretagna e Canada, mentre in Italia il giornalista turco-armeno è stato ricordato in un incontro sulla prevenzione dei genocidi, primo di quattro dibattiti organizzati da Gariwo, la Foresta dei Giusti in collaborazione con il Teatro Franco Parenti. La città di Milano nel 2009 aveva riconosciuto Dink come Giusto dedicandogli un albero e un cippo nel Giardino dei Giusti di tutto il Mondo al Monte Stella. In occasione del decimo anniversario della morte, Milano gli ha reso omaggio attraverso le parole di Geràrd Malkassian, filosofo francese, promotore nel 2015 di un appello per la riconciliazione tra Turchia e Armenia lanciato assieme ad altri intellettuali francesi di origini armene e turche. Hrant Dink "ha segnato in primo luogo il risveglio della comunità armena in Turchia, un movimento di «Armenian Pride», d’orgoglio armeno, proseguito dal movimento di giovani Nor Zartonk (« nuovo Risveglio » o « nuovo Risorgimento »), dopo novanta anni di un'esistenza muta, cupa in un ambiente ostile, o quantomeno indifferente", ha detto Malkassian al pubblico presente in teatro. "In secondo luogo ha legato la riapertura delle pagine nere della storia degli armeni a un rinnovamento dell’identità turca fondata sulla tolleranza, la verità, la dignità. Terzo, ha promosso la lotta non violenta a favore di tutte le minoranze etniche, religiose, sessuali". Il suo assassinio "ha evidenziato quanto la vita di un Giusto è fragile, esposta all’odio e alla sopraffazione. Però oltre la sua fine tragica è diventato un testimone-simbolo di un altro modo d’impegno civile".

Tra le altre iniziative per riaffermare l'attualità dell'impegno di Dink, quella a Berlino nel Teatro Maxim Gorki ha un significato particolare per la presenza di Can Dündar, già direttore del quotidiano turco di opposizione Cumhuriyet, in esilio in Germania dopo 92 giorni di carcere e oggetto di un mandato di cattura per spionaggio ai danni della sicurezza nazionale e fiancheggiamento di un gruppo terroristico armato. Uno tra le decine di giornalisti colpiti dalla repressione del governo turco negli ultimi mesi.

In Francia sono stati organizzati eventi a Lione nella via intitolata a Hrant Dink, a Bouc-Bel-Air nel sud-est e a Parigi con una lettura pubblica e uno spettacolo. in Inghilterra, nella Chiesa di San Sarkis a Kensington, brani dalla biografia di Dink scritta da Tuba Çandar (Hrant Dink: An Armenian Voice of the Voiceless in Turkey’) e musiche suonate da musicisti armeni, turchi e inglesi hanno rievocato la figura del fondatore di Agos.

In Canada, dove risiede una consistente e attiva comunità armena, è previsto un "Omaggio a Hrant Dink" a Toronto il 22 gennaio con la partecipazione del Co-presidente del Partito dei Verdi tedesco Cem Özdemir, che ha avuto un ruolo importante nell’approvazione della risoluzione sul genocidio armeno da parte del Parlamento tedesco, e del pianista Rafi Bedrosyan. Sarà presentata anche un'analisi dello Zoryan Institute sul contesto storico dell'omicidio di Dink. A Ottawa, Voci in dialogo (VID), iniziativa lanciata nel 2007 per il dialogo tra armeni, turchi e curdi, ha programmato una conferenza e la proiezione del documentario di Nare Mkrtchyan "The Other Side of Home".

Quanto all'assassinio di Dink, la verità deve ancora essere accertata. Il primo processo contro l'esecutore materiale del delitto, Ogun Samast, si è chiuso nel 2011 con una condanna a 22 anni di carcere, senza individuare l'ideatore del piano per eliminare il giornalista e le complicità di cui ha goduto. Il caso è stato riaperto nel 2014 in seguito alla sentenza della Corte Suprema turca, che ha revocato la decisione del Pubblico Ministero di non procedere all'incriminazione di funzionari di polizia e altri pubblici ufficiali coinvolti. E un nuovo processo è in corso da mesi a Istanbul.

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