Gariwo
https://it.gariwo.net/magazine/diritti-umani-e-crimini-contro-lumanita/l-egitto-nella-spirale-della-violenza-9846.html
Gariwo Magazine

L'Egitto nella spirale della violenza

ogni efferatezza fa solo dimenticare le precedenti

Hosni Mubarak fu deposto nel 2011 da un movimento insurrezionale comprendente laici, militanti di sinistra e attivisti islamici tra cui la potente confraternita dei Muslim Brothers. Quest'ultimo gruppo, grazie alla sua presenza capillare in scuole, ospedali e molti altri luoghi chiave, ha poi vinto le elezioni mandando al potere Mohammed Morsi. Infine, quest'ultimo Presidente è stato deposto perché ritenuto colpevole proprio di pensare solo a favorire i Fratelli Musulmani ed è stato rimpiazzato da un governo militare ad interim. 
Nessuno di questi passaggi è stato facile e infatti sono ancora in corso i processi sia a carico di Mubarak, sia contro Morsi, accusato di incitazione alla violenza. Sullo sfondo di una realtà sociale ed economica caratterizzata da corruzione, violenze politiche, sessuali e religiose, elevata disoccupazione e carenze infrastrutturali,  entrambi i processi sono oggetto di contestazioni. In particolare c'è in atto un conflitto sulla legalità di processare Morsi, che era stato eletto democraticamente. 

Durante ogni cambio di regime e a ciascuna fase dei procedimenti giudiziari ci sono stati disordini e defezioni ai vertici - come nel caso dei giudici che dovevano processare il leader dei Fratelli Musulmani - e incarcerazione di dissidenti, politici o semplici cittadini. Stanno finendo in carcere anche molte donne, come alcune ragazze ree di avere lanciato palloni gialli per ricordare la strage di piazza Rabaa-al-Adawiwa, uno dei peggiori massacri di questi convulsi anni di scontri, durante il quale persero la vita almeno 683 persone. 

L'attivista per i diritti umani Ahmed Ezzat ha dichiarato al New York Times che altri Paesi  con un percorso simile, passati cioè attraverso domini autoritari e violenze poliziesche, "hanno intrapreso atti di giustizia transizionale prima di essere in grado di voltare pagina: per esempio, processi per i responsabili di crimini, commissioni di verità, pagamento di danni alle vittime e la riforma delle istituzioni corrotte. Ma nessuno dei leader egiziano possiede la volontà politica per affrontare queste violazioni".

I militari hanno intrapreso soprattutto una gigantesca caccia alle streghe contro i militanti pro-Morsi, in un certo senso ripercorrendo la strada dei leader laici del Medio Oriente, come Mubarak e in passato Saddam Hussein. Non riescono però e forse non vogliono mantenere l'ordine, e ne fanno le spese soprattutto le donne, che sono minacciate di stupro sia che manifestino contro il governo, sia spesso anche senza fare niente, girando semplicemente per strada. Sembra che ogni violenza sia semplicemente destinata a eclissare i massacri precedenti, senza che sia fatta mai giustizia. 

Una nuova legge per regolare le proteste di piazza sembra segnare un ulteriore passo indietro nella lotta degli egiziani per la democrazia. Secondo il provvedimento i manifestanti devono preavvisare le autorità entro tre giorni da ogni corteo e la polizia può cambiare o cancellare il luogo delle manifestazioni. I permessi necessari saranno ben 7 e non si potrà manifestare di notte. I membri della commissione incaricata di varare la nuova Costituzione egiziana si sono dimessi per protesta contro questo giro di vite contro i manifestanti, che ha comportato già nel primo corteo dopo l'approvazione della legge l'arresto di 43 persone, tra cui 6 giornalisti e diversi attivisti tra cui una delle leader contro i processi militari, Mona Seif.   

"Questa legge va contro la libertà di manifestare che gli egiziani hanno conquistato nel 2011 e che è stato uno dei loro strumenti più forti di cambiamento", ha spiegato Joe Storck, vicedirettore dell'ufficio regionale del Medio Oriente di Human Rights Watch. Si è avuta perfino una sentenza a 11 anni di carcere per "sovversione" a carico di 14 ragazze minorenni ree di avere manifestato illegalmente il 31 ottobre ad Alessandria.  I governanti che sono saliti al potere grazie ai cortei ora reprimono duramente i loro stessi sostenitori, verrebbe da dire. 

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!

Contenuti correlati