Martedì il Ministro israeliano della Difesa israeliano Moshe Ya'alon aveva lanciato un "programma pilota" per separare i palestinesi dagli altri passeggeri sugli autobus nella West Bank. I cittadini arabi avrebbero dovuto tornare indietro dallo stesso checkpoint attraversato nel viaggio di andata e non avrebbero potuto accedere ai mezzi di linea israeliani. Il programma era stato lanciato un anno fa, ufficialmente per prevenire l'ingresso illegale di palestinesi in Israele. Il premier Netanyahu conosceva il piano, ma non l'intenzione del suo collaboratore di iniziare ad attuarlo questa settimana. Apparentemente avrebbe poi spinto Ya'alon a ritirarlo, secondo Haaretz.
Il ministro ha sostenuto che le misure da lui proposte miravano esclusivamente alla sicurezza e non prevedevano alcuna ipotesi di "segregazione razziale". Diversa l'opinione degli osservatori internazionali e della stragrande maggioranza dei politici del Paese, alcuni dei quali hanno gridato alla "apartheid". Il Presidente di Israele ha detto che il piano di Ya'alon avrebbe creato una "impensabile" separazione tra le linee di autobus israeliane e palestinesi. "Certe affermazioni", ha aggiunto, "vanno contro gli stessi fondamenti dello Stato di Israele, e hanno effetti molto gravi proprio sulla nostra capacità di formare uno Stato ebraico e democratico qui. La nostra sovranità ci obbliga a dimostrare di saper vivere fianco a fianco".
Il piano mancava anche di requisiti tecnici e legali, come ha osservato il Procuratore generale israeliano Yehuda Weinstein. Attraverso meccanismi democratici di confronto e controllo sulle scelte dei politici, in cui ha giocato un ruolo importante il lavoro giornalistico dei reporter di Haaretz, si è subito provveduto a bloccarlo.