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Nasrin Sotoudeh è libera

ma sottoposta a divieti e privazioni

L'avvocatessa iraniana detenuta dal 2010 per "propaganda antisistema" e "contro la sicurezza dello Stato", ma in realtà punita per il suo impegno a favore dei diritti umani, è uscita dal carcere con tre anni di anticipo rispetto al fine pena previsto dai giudici.
Non si tratta di un provvedimento di clemenza. Sotoudeh ha infatti dichiarato di non sapere perché è stata liberata dopo una prigionia in cui è stata a lungo privata del diritto di visita del marito e dei figli. Il quotidiano La Repubblica spiega che il rilascio dell'avvocatessa sarebbe "il segnale più forte nel campo dei diritti umani che il regime iraniano abbia dato alla vigilia della partenza del presidente Rohani per l'Assemblea delle Nazioni Unite di New York".   

Sono state scarcerate con l'avvocatessa anche quattro tra le principali promotrici della campagna "Un milione di firme" per un referendum sulla parità tra i sessi in Iran e tre detenuti politici. 

Amnesty International, che l'ha nominata "prigioniera di coscienza", chiede a Teheran "non solo di sospendere la pena, ma anche di rovesciare la sentenza, togliere a Nasrin il divieto di espatrio e quello di esercitare la professione di avvocato". 

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