Secondo quanto pubblicato da Avvenire, nel Sud Sudan sarebbe in corso una pulizia etnica a danno della popolazione dei Murle.
Il quotidiano ha potuto visionare un rapporto confidenziale redatto lo scorso mese da alcune agenzie delle Nazioni Unite (Unocha, Acnur, Pam e Fao) in collaborazione con varie
organizzazioni umanitarie, ma le notizie riguardanti le violenze sono tuttora piuttosto frammentarie poiché l'area risulta inaccessibile.
Da quanto si apprende, la popolazione dei Murle è stata vittima di "uccisioni, stupri, rapimenti, torture, incendi delle abitazioni, saccheggi, massacri di bestiame e distruzione dei campi coltivabili" da parte dell'esercito sud-sudanese (Spla).
Il mandante delle violenze - secondo i rappresentanti del gruppo etnico - pare sia il Governo del Sud Sudan.
Oltre 150mila civili hanno abbandonato lo stato del Jonglei dopo che l'esercito ha iniziato una dura campagna contro i ribelli all'inizio di quest'anno.
Il Jonglei, che è il più grande dei dieci stati del Sud Sudan - con una popolazione di circa 1 milione e 300mila persone - si sta quindi rapidamente svuotando e molti rifugiati si stanno spostando verso l'Etiopia, il Kenya, l'Uganda e la capitale del Sud Sudan, Juba.
Le tensioni interne hanno origine da diversi fattori. Da anni prosegue un conflitto etnico tra i Murle e i Lou Nuer.
Inoltre, nel territorio nazionale, sono presenti riserve petrolifere non ancora sfruttate e oggetto di attenzione da parte del governo del Sud Sudan, che vorrebbe esportare il greggio attraverso il Corno d'Africa e l'Africa orientale.