Una corte di Muscat ha condannato l'attivista per i diritti umani Said Jaddad a tre anni di reclusione per aver "minato il prestigio dello Stato", "incitato a riunirsi illegalmente" e "usato i network d'informazione per disseminare notizie atte a pregiudicare l'ordine pubblico".
Jaddad è un blogger di 48 anni che ha già subito tre arresti legati alla sua attività online in difesa della democrazia. Nel 2013 aveva scritto a Obama esprimendo "sgomento" per le politiche USA nel Golfo Persico. Ciò, unitamente ai suoi contatti telematici con le principali ONG internazionali per i diritti umani, ha irritato le autorità, che gli rimproverano, tra l'altro, di violare le leggi sul cyber-crimine, di avere paragonato le proteste nell'Oman a quelle svoltesi a Hong Kong, e di screditare il governo dell'Oman davanti al mondo.
Secondo il sito Frontline Defenders, dedicato ai difensori dei diritti umani nel mondo, Said Jaddad durante gli interrogatori avrebbe ricevuto pressioni per rinunciare per iscritto al suo impegno, ma avrebbe sempre rifiutato di compiere questo gesto. Il suo stato di salute sarebbe peggiorato drasticamente a causa delle condizioni carcerarie.
L'associazione Human Rights Watch ha documentato un comportamento minaccioso che le autorità avrebbero attuato contro il blogger da due anni e lanciato un appello per l'immediato rilascio di "chiunque sia detenuto solo per avere esercitato la propria libertà d'espressione, associazione e assemblea" nel Paese arabo. Le autorità finora hanno risposto genericamente, senza spiegare il perché dei precedenti arresti.