L'ex ministro israeliano e negoziatore degli accordi di Oslo Yossi Beilin è intervenuto su Haaretz del 3 maggio 2016, rivolgendo un appello a Mahmoud Abbas. L'idea è che sia il leader palestinese l'uomo che ha il potere maggiore di dare impulso alla risoluzione del conflitto israelo-palestinese.
Beilin ricorda come attualmente il mondo sia poco interessato a questo conflitto, dove "i sacrifici di entrambe le parti sembrano poca cosa rispetto alle grandi atrocità che ci circondano e che stanno minacciando la stabilità di tutto il Medio Oriente e dell'Europa".
Sia Abbas che Netanyahu, argomenta il diplomatico, sono ora impegnati a rispettare l'accordo di spartizione ONU di 66 anni fa che allora i palestinesi e il mondo arabo avevano rifiutato. Inoltre, con il mandato di Obama in scadenza, la relativa debolezza dell'iniziativa di pace francese e il pericolo che la politica estera USA sia diretta da Trump, è ora di agire.
Per Beilin è arrivato il momento di attuare il punto 2 della risoluzione ONU n. 1515 - il punto 3 essendo i negoziati per raggiungere la "soluzione permanente" del conflitto tra israeliani e palestinesi, negoziati che anni fa Abu Mazen (sempre secondo questo autore) sarebbe stato restio a intraprendere, ma che dopo il piano Kerry del 2014 avrebbe ricevuto per lo meno una definizione chiara.
Si tratterebbe di poter avere due Stati in qualche modo confederati, con possibilità per alcuni palestinesi di risiedere in Israele e viceversa, con solo pochi mesi di negoziato necessari per definire il confine provvisorio e alcuni temi di sicurezza. Secondo Beilin, dipende molto da Abbas rendere finalmente realistica la soluzione dei due Stati che pareva essere stata abbandonata per un periodo.