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Svezia, premio Nobel alternativo agli Elmetti Bianchi della Siria

onorati anche il giornale turco Cumhuriyet e alcuni dissidenti

Il premio Right-Livelihood viene assegnato ogni anno a Stoccolma a figure che si siano distinte nella lotta per i diritti umani e per la libertà di pensiero. Vuole essere una sorta di Nobel alternativo e ogni anno, dalla sua prima edizione nel 1980, fa discutere. Ogni vincitore riceve 3 milioni di corone svedesi (313.000 euro). 

Quest'anno gli organizzatori sono entrati nel vivo di alcune questioni come la guerra in Siria, la condizione femminile in Egitto, la libertà d'espressione in Turchia e l'immigrazione in Russia

I primi premiati sono dunque gli Elmetti Bianchi, che soccorrono i civili in Siria. Si tratta di un'organizzazione già candidata al vero premio Nobel per la pace, che sarà assegnato il 7 ottobre a Oslo. Sono oltre 3.000 volontari che rischiano la vita per salvare le persone dai bombardamenti che stanno riducendo in macerie le città siriane. "Siamo sopraffatti dall'emozione e felici che la gente dal di fuori capisca il nostro messaggio e ci onori per questo", ha dichiarato Ibrahim Al-Hadsch, portavoce di questo servizio alle popolazioni civili.

Sono stati poi premiati i giornalisti di Cumhuryet, il giornale turco la cui redazione è stata chiusa da Erdogan, che nel 2015 ne aveva arrestati tutti i membri, poi liberati nel febbraio 2016, per aver pubblicato la storia di un camion dei servizi segreti turchi che trasportava armi verso la frontiera con la Siria. Orhan Enric, Presidente della Fondazione Cumhuryet, ha così commentato il premio: "In un tempo di minacce crescenti per la libertà di pensiero in Turchia, Cumhuryet dimostra che la voce della democrazia non può essere messa a tacere. Abbiamo attraversato putsch, tentativi di putsch, stati di emergenza e stati d'assedio, ma non abbiamo mai permesso che i nostri lettori subissero limitazioni al diritto all'informazione". 

Voce dissidente dall'Egitto, destinataria dello stesso premio, è Mozn Hassan, presidentessa dell'organizzazione egiziana "Nazra per lo studio del femminismo", che si batte soprattutto contro la piaga della violenza sessuale contro le donne, usata tra l'altro anche come arma di repressione del dissenso. Al momento Mozn non può lasciare il Paese. Sono state annunciate azioni congiunte con gli altri vincitori del premio per ottenere che lei possa recarsi a Stoccolma a ritirare il premio. 

Infine, vincitrice di Right-Livelihood è Svetlana Gannuschkina, protagonista della lotta dei migranti per l'integrazione in Russia. Qui c'è molta diffidenza verso i migranti, specialmente extraeuropei (c'è anche la tendenza ad associare i colori scuri alle caratteristiche somatiche dei ceceni e di altri popoli con cui la Russia è in guerra). Ma Svetlana Gannuschkina non è stata intimorita e ha combattuto dal 1990 per i diritti dei migranti. Più di 50.000 stranieri grazie a Svetlana Gannuschkina hanno potuto trovare aiuto umanitario, assistenza legale e formazione in Russia. Sarebbero inoltre ben due milioni, secondo il Guardian, i nuovi cittadini russi, grazie a una legge di cui l'attivista si è fatta promotrice. Per lei il premio è "un grande onore e un'attestazione di solidarietà".

28 settembre 2016

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