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Contro la paura e l'intolleranza a Parigi

Il graffito "Coexist" e il nuovo libro di Halter

Si intitola Réconciliez-vous l’ultimo libro dello scrittore francese Marek Halter, che tra due settimane uscirà anche in italiano. “Costa solo 3 euro – dice l’autore contattato telefonicamente da Gariwo – ed è un appello agli uomini e alle donne di diverse fedi a ricominciare a parlarsi, a riconoscersi anche tra appartenenti a diverse religioni, altrimenti si torna alle guerre di religione. Ci sono guerre di religione tra cristiani e musulmani ovunque nel mondo, come in Iraq dove i cristiani sono perseguitati, ma anche in altri Paesi come in Indonesia tra musulmani e buddhisti, in Asia del sudest dove le chiese vengono bruciate. In Afghanistan si è già visto. In Mali c’è stato un attacco contro la Francia e gli obiettivi non sono stati l’ambasciata o il consolato francesi, ma alcune chiese”. Gli abbiamo chiesto di spiegarci come vive Parigi il post-attentato. “È rimasta paura dei musulmani, una paura che l’islam sia una minaccia, che possa governare addirittura la Francia entro il 2020 come dice Houllebeck del suo libro. Ma bisogna combattere questa paura”.

Questo appello è particolarmente attuale anche alla luce di notizie come quella del pestaggio dell'artista francese di strada, Combo. La notte del 31 gennaio il graffitaro, di padre libanese cristiano e madre marocchina musulmana,  è stato picchiato da quattro uomini. Combo cerca soltanto di diffondere in città uno spirito di tolleranza attraverso opere come la scritta "Coexist", composta utilizzando i simboli dei tre grandi monoteismi, l'appello ironico "Più hummus e meno Hamas", o il suo autoritratto "barbuto" con accanto la scritta: "L'abito non fa il monaco, e la barba non fa l'imam".  Sull'aggressione, l'artista ha detto al giornalista del Corriere della Sera Stefano Montefiori che lo intervistava: «Sono finito a terra sotto i loro colpi. Sono riuscito a difendermi e a incassare come potevo. Quando si sono stancati mi hanno lasciato per terra insanguinato, promettendomi lo stesso trattamento se avessi continuato ad affiggere le mie opere, e consigliandomi di tagliarmi la barba. Mi importa poca da dove vengono, il colore della loro pelle, la religione o le idee politiche. In questo contesto non rappresentano che stupidità e ignoranza».

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