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Il dramma dei cristiani in Pakistan

un attacco kamikaze uccide più di 100 persone

Mentre gli occhi dell’informazione mondiale sono ancora rivolti all’assalto del centro commerciale di Nairobi - dove i terroristi del movimento Shabaab hanno ucciso decine di persone, selezionando gli “infedeli” e i musulmani, e permettendo a questi ultimi di fuggire - il Pakistan deve affrontare il più grave attacco alla minoranza cristiana degli ultimi anni.

È infatti di oltre 100 morti e altrettanti feriti il bilancio dell’attacco alla All Saints Church, chiesa protestante del distretto Kohati Gate, nella parte nord occidentale del Paese.
Due attentatori suicidi si sono fatti esplodere all’uscita della messa domenicale, a cui avevano preso parte circa 600 persone. Fra le vittime figurano anche donne e bambini.

L’attentato porta la firma del gruppo armato di Jundallah, legato al Tehreek-e-Taliban Pakistan e vicino ad Al Qaeda, il quale ha motivato il folle gesto con la richiesta di interrompere i voli dei droni americani nel Paese. “Fino a quando i raid non saranno fermati - ha dichiarato il gruppo - continueremo a colpire bersagli non musulmani”.

Peshawar è da sempre una città simbolo della coabitazione di Islam e cristianesimo, come dimostrava anche la stessa chiesa colpita, costruita nel 1883 prendendo spunto dalle strutture delle moscheee e rivolta verso La Mecca: un omaggio della minoranza cristiana verso la maggioranza musulmana, un luogo simbolo del tentativo di pace, armonia e convivenza pacifica.

Il Pakistan tuttavia è un Paese povero, è la culla di Al Qaeda, ed è da tempo teatro di scontri religiosi tra musulmani e cristiani. L’episodio più recente è dato dagli scontri di piazza dello scorso marzo nella Joseph Colony di Lahore, quando la comunità cristiana era stata oggetto di insulti e violenze, ma la lista delle discriminazioni è molto lunga. Basti pensare a Rimsha Masih, la ragazza disabile cristiana che nel 2012 ha rischiato la pena di morte per aver profanato il Corano.

Paul Bhatti, ex ministro per l’Armonia nazionale e presidente dell’All Pakistan Minorities Alliance, accusa il governo del Paese di essere troppo tollerante con i talebani, che quindi “si accaniscono contro tutte le minoranze religiose”.

Con più di 180 milioni di abitanti, infatti, il Pakistan è diviso in diversi gruppi confessionali. Accanto a un 80% della popolazione sunnita, nel Paese sono presenti minoranze sciite, sufi, indù e sikh. A queste si aggiunge la minoranza cristiana, che rappresenta circa il 2% degli abitanti.

23 settembre 2013

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