Un centinaio di afghani, in maggioranza donne, è sceso in piazza per protestare contro la fucilazione di Najba, una ragazza di 22 anni giustiziata dai talebani in un villaggio a nord di Kabul. Gli assassini hanno citato versetti coranici durante l'esecuzione, che è stata anche filmata.
"Vogliamo giustizia", hanno chiesto i manifestanti radunati davanti al Ministero della donna. Tra di loro, Sahar Gul, a 15 anni era stata costretta a subire torture nello scantinato della casa dei suoceri. Un'altra ha avuto il volto sfigurato dall'acido perché aveva rifiutato un matrimonio forzato.
In Afghanistan ogni mese le donne sono vittime di crimini odiosi. Secondo l'ONG Oxfam, l'87 % delle afghane afferma di aver subito violenze fisiche, sessuali o psicologiche o matrimoni forzati. Le Monde spiega che "la società civile afghana accusa il governo di fare il doppio gioco: usare i diritti delle donne come argomento politico davanti agli occidentali per poi cedere sistematicamente al volere degli estremisti".
Sempre secondo il giornale francese il Presidente Karzai avrebbe dato il suo appoggio a un editto del Consiglio degli ulema, le più alte autorità religiose dell'Afghanistan, secondo cui "l'uomo è fondamentale e la donna è secondaria".