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Nigeria: bambine kamikaze

la nuova arma di Boko Haram

Le bambine, usate come kamikaze, sono la nuova arma scelta da Boko Haram per portare avanti la strategia del terrore con attentati che in due giorni hanno fatto una trentina di morti e molti feriti tra la gente che affollava i mercati di Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, e di Potiskum, principale centro economico dello Stato di Yobe, nella parte nord orientale della Nigeria, roccaforte del gruppo fondamentalista sunnita. Sia a Maiduguri, nella giornata di sabato, sia a Potiskum, ieri, dove le attentatrici erano due, a portare la morte tra le bancarelle sono state delle bambine con un'età di circa dieci anni, secondo i testimoni, che avevano le bombe nascoste sotto il vestito. Le piccole kamikaze probabilmente non erano consapevoli della missione loro assegnata e le cariche sono state fatte detonare a distanza dai militanti jihadisti.

Secondo il capo della polizia federale, Boko Haram sembra aver adottato una nuova, sconcertante modalità per gli attentati usando ragazze molto giovani che indossano il velo islamico (hijab). Una tattica difficile da contrastare, perché rende sospettabili tutte le donne, giovai e anziane, che indossano il velo.

In dicembre una ragazzina tredicenne aveva raccontato di aver rifiutato di partecipare a un attentato nella città di Kano, che aveva causato almeno quattro morti. La giovane aveva detto di essere stata consegnata dai propri genitori ai miltanti di Boko Haram, che l'avevano portata a Kano assieme ad altre due ragazze, che si erano fatte esplodere, mentre lei all'ultimo minuto era fuggita ed era stata arrestata dalla polizia ancora con l'esplosivo addosso.

La violenza, diretta in particolare contro le donne, da parte del movimento terroristico aveva avuto l'esempio più evidente lo scorso aprile con il rapimento di 200 studentesse a Chibok, nel Borno, "colpevoli" di voler studiare.

Gli attacchi degli ultimi giorni seguono lo spaventoso massacro compiuto mercoledì scorso nella città di Baga sul Lago Chad e nei villaggi vicini, dove centinaia di persone, forse 2.000, sono state uccise nell'attacco che, secondo Amnesty International è il più grave nella storia di Boko Haram. Le vittime erano soprattutto bambini, donne e anziani, che non avevano potuto fuggire all'arrivo dei miliziani  armati.

L'escalation di violenza messa in atto da Boko Haram prepara il terreno per le elezioni presidenziali previste a metà febbraio, che l'organizzazione fondamentalista vuole impedire per destabilizzare ulteriormente il Paese e allargare la propria area di influenza instaurando un califfato affiliato allo Stato Islamico e governato sulla base della "legge divina", Sharia.

12 gennaio 2015

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