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"Siamo tutti esseri umani"

ragazzi italiani soccorsi a Nizza da un giovane tunisino

Hamza, la sua famiglia e i ragazzi salvati

Hamza, la sua famiglia e i ragazzi salvati

La strage di Nizza è stata un’altra manifestazione di violenza causata dal fondamentalismo islamico, l’ennesima tragedia che ha avuto come bersaglio una città francese. Un attacco atroce, con l’unico scopo di seminare il panico e il terrore tra la gente e di provocare più morti possibili. Un episodio che ha contato 84 vittime, tra cui più di 10 bambini.

Eppure in questo scenario drammatico c’è ancora spazio per un barlume di speranza, c’è "un buco dal quale filtra sempre la polvere del sole" - parafrasando il poeta simbolista francese Verlaine - rappresentato da tutti i musulmani che scelgono di resistere al fondamentalismo.

“Non sapete quanto mi abbia ferito ciò che è successo. Io e mia moglie siamo musulmani praticanti e ciò che è avvenuto non può in nessun modo rappresentare l’Islam. Giovedì sono morti tanti esseri umani, nostri fratelli. Abbiamo perso degli amici. Non c’entra la nazionalità o la religione, siamo tutti umani”: queste le parole di Hamza Bayrem, tunisino musulmano che insieme a sua moglie ha tratto in salvo 8 ragazzi italiani durante la strage di Nizza, dando loro rifugio presso la sua abitazione. I ragazzi, tutti terribilmente spaventati, erano inizialmente diffidenti di fronte agli inviti dell’uomo; ma egli non ha desistito e ha dato prova della sua generosità portando coperte, cibo e assistenza ai giovani studenti.

Con il suo gesto, Hamza ci fa capire che il terrorismo non è l’Islam, quanto piuttosto una sua estremizzazione, un’errata interpretazione del Corano. L'esempio di Hamza Bayrem non è rimasto isolato, ma è stato accompagnato da tante manifestazioni di solidarietà da parte del mondo islamico, soprattutto attraverso i social network e la campagna #NotInMyName. L'idea che tale mobilitazione vuole alimentare è soprattutto che l’autoproclamato Stato islamico stia “corrompendo” l’Islam e che il fanatismo rappresenti esso stesso una minaccia alla fede musulmana, che proclama prima di ogni cosa la pace e il rispetto verso l’altro.

Hamza è tunisino, così come di origini tunisine era l'attentatore di Nizza. Ecco perchè il segnale che arriva dal Giardino dei Giusti di Tunisi, in cui sono stati dedicati cinque alberi per i Giusti arabi e musulmani che si sono battuti contro le persecuzioni e il terrorismo, assume un valore ancora più forte.

20 luglio 2016

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