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Siria, laici contro religiosi

mentre i campi profughi scoppiano

La divisione più lacerante della società siriana, scrive il Corriere della Sera, è oggi quella tra laici e fondamentalisti, a volte legati ad Al Qaeda e in grado di minacciare un'area ben più vasta di quella controllata dal dittatore Assad.

Fondamentalismo e terrorismo


I terroristi contano su volontari stranieri con l'esperienza dell'Afghanistan e dell'Iraq, e talvolta si conquistano il plauso della popolazione a cui forniscono cibo e medicinali che riescono a sottrarre ai convogli di aiuti. Non mancano sostenitori di Al Qaeda anche tra presentatori tv e commentatori politici, il che prova che siamo di fronte a un conflitto molto più complesso di una contrapposizione tra forze pro e contro Assad. 


Mentre Hillary Clinton da Vladivostok fa sapere che non ha senso una dichiarazione ONU priva di sanzioni effettive contro Damasco, la guerra civile ha già causato oltre 26.000 morti. I giornalisti di Le Monde rilevano che nei campi profughi che si formano ovunque, dalla Turchia al Libano, i bambini sognano di crescere per vendicarsi di coloro, pro o contro regime, che hanno costretto alla fuga le loro famiglie. 


Pericoli di contagio


È una grave emergenza umanitaria che potrebbe tradursi, temono molti Paesi, anche in un "contagio" della crisi siriana alle società martoriate dei Paesi confinanti. L'Egitto di Mohammed Mursi, al recente vertice dei Paesi non allineati tenutosi a Teheran, ha preso posizione per "fermare il bagno di sangue" (senza ricorrere alle armi, ma offrendo asilo ad Assad) a Damasco e nelle città ribelli della Siria. Anche in questo caso è opportuno ricordare il peso che riveste al Cairo la Fratellanza Musulmana


L'Iran, che ha di molto accresciuto il suo arsenale nucleare, è un altro attore della guerra che rischia di distruggere i già delicati equilibri mediorientali. Ahmadinejad invocando la "diplomazia" per risolvere la crisi siriana sembra accostarsi a Russia e Cina, che continuano a comportarsi come la vecchia URSS, opponendosi a ogni ipotesi di intervento armato contro Assad. Tanto l'Egitto quanto Teheran mirano a capeggiare un eventuale "gruppo di lavoro" di Stati musulmani, ma Mursi ha dichiarato di voler rispettare il trattato di pace con Israele, mentre la dittatura iraniana è acerrima nemica di Tel Aviv e degli ebrei.

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