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Tre attentati in poche ore

Attacchi in Kuwait, Francia e Tunisia

26 giugno 2015, tre attentati in poche ore.

Un’esplosione ha colpito una moschea sciita a Kuwait City durante la preghiera del venerdì. L’attacco, rivendicato dal gruppo Stato Islamico, ha causato oltre 20 morti e 205 feriti.

Nelle stesse ore, la Francia è stata colpita da un attentato in una fabbrica di prodotti chimici a Saint-Quentin-Fallavier, vicino a Lione. L’esplosione è stata causata da due persone, che hanno fatto irruzione in auto all’interno dello stabilimento e hanno colpito le bombole di gas presenti nella struttura. All'interno del complesso industriale è stato ritrovato un corpo decapitato - non ancora identificato. La testa, trovata infilzata sulla recinzione del cortile dello stabilimento, era coperta di scritte in arabo, che in questo momento sono oggetto di analisi da parte delle autorità.

Uno degli attentatori è stato arrestato e riconosciuto: si tratta di Yassin Sahli, nato nel 1980 e residente nei pressi di Lione. L’uomo non aveva precedenti penali, ma era stato sotto osservazione come possibile estremista dal 2006 al 2008 e potrebbe avere legami con il movimento salafita.

In attesa di conoscere ulteriori dettagli, la Air products - l’azienda oggetto dell’attentato - ha diramato un comunicato per confermare l’attacco e smentire che tra le vittime, il cui numero non è ancora accertato, ci siano i suoi dipendenti.

Il presidente francese Francoise Hollande ha confermato la matrice terroristica dell’attentato, mentre il Primo ministro Manuel Valls ha ordinato una "vigilanza rinforzata" su tutti i siti sensibili del Rodano-Alpi, in particolare nei tre comuni vicini al luogo dell'attentato: Valencie, Romans-sur-Isere e Montelimar dans la Drome.

Mentre i riflettori erano puntati sulla Francia, due uomini armati entravano nelle spiagge di due resort tunisini a Sousse, nel golfo di Hammamet. Testimoni locali riferiscono di sparatorie, scene di panico e turisti chiusi nelle camere delle strutture. Il bilancio temporaneo parla di almeno 27 vittime, tra cui uno degli attentatori, ma è certamente destinato a salire. Il secondo terrorista sarebbe invece riuscito a fuggire. Il portavoce del ministero degli interni tunisino, Mohamed Ali Aroui, ha confermato che tra le vittime ci sono dei turisti stranieri, ma non è stato in grado di fornirne le nazionalità. La Farnesina è ora in contatto con l’ambasciata italiana di Tunisi per verificare l’eventuale presenza di turisti italiani.

A poche ore dagli attacchi, risuonano le parole dell’ex ministro dell’informazione del Kuwait Saad al Ajmi: “Nessun Paese è immune dal terrorismo”. Con questa frase, al Ajimi si riferiva alle buone relazioni tra sciiti e sunniti in Kuwait, ma i due attacchi in Francia e Tunisia riportano alla mente i recenti attacchi a questi due Paesi, colpiti rispettivamente a gennaio e marzo alla redazione parigina di Charlie Hebdo e al Museo del Bardo di Tunisi.  

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