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Yemen, smentita la fuga del presidente Hadi

sauditi e alleati colpiscono i ribelli

Funzionari del governo yemenita hanno smentito la notizia della fuga del presidente Abd Rabbu Mansour Hadi da Aden, diffusa precedentemente dall'Associated Press e dall'Agenzia France Presse. Ma l'avanzata dei ribelli houthi verso l'importante città portuale, dopo aver occupato la vicina base aerea di Al Anad, ha gettato il Paese nel caos e ha provocato l'intervento militare dell'Arabia Saudita e dei suoi alleati con attacchi aerei, che rischiano di trasformare il conflitto interno in una guerra regionale.

I sauditi, che avevano già dislocato forze militari vicino al confine dopo la richiesta di aiuto lanciata da Hadi al Consiglio di Cooperazione del Golfo ed alla Lega Araba a seguito del colpo di stato di gennaio, hanno lanciato nella notte attacchi aerei a cui hanno partecipato veivoli di Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Giordania, Marocco e Sudan. Anche Egitto e Sudan hanno dato la disponibilità a far parte della coalizione. Gli Stati Uniti non sono coinvolti nei raid ma hanno offerto supporto logistico e di intelligence, ha dichiarato la Casa Bianca. 

I primi resoconti dei bombardamenti parlano di 18 morti e 24 feriti nella capitale Sanaa, secondo il ministero della Sanità del governo a guida houthi.

L'Iran, attraverso il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif ha chiesto l'immediata cessazione dell'operazione militare, che l'agenzia di stampa di stato iraniana Fars ha definito "un'aggressione appoggiata dagli Usa".

Quanto al presidente, il capo della Sicurezza nazionale, Maggiore Generale Ali al-Ahmadi, interpellato dalla Reuters, ha risposto ieri che Hadi è rimasto nella città "ora sono con lui nel palazzo", mentre il direttore dello staff presidenziale, Mohammed Marem, ha detto che "il presidente Hadi è rimasto ad Aden e sta seguendo l'evoluzione degli eventi ... sollecitiamo la popolazione a unire le forze e siamo certi che gli yemeniti e le popolazioni arabe e i loro governanti non accetteranno che Aden sia conquistata". Anche il ministro degli Esteri Riad Yassin ha dichiarato all'emittente televisiva Al Arabiya News che Hadi è ancora in città nonostante l'offensiva dei ribelli per cacciarlo. 

Nei giorni scorsi, di fronte all'aggravarsi della situazione, il presidente aveva chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di autorizzare un’azione militare internazionale contro i ribelli da parte delle "nazioni disposte a aiutare lo Yemen e a dare immediato sostegno al potere legittimo con tutti i mezzi e modi,  per proteggere lo Yemen e respingere l'aggressione degli houthi", secondo la lettera che la Reuters ha potuto vedere. 

Hadi si era rifugiato ad Aden, nel sud dello Yemen, dopo la presa del potere da parte dei ribelli nella capitale Sanaa. I miliziani houthi, appoggiati da forze alleate all'ex uomo forte Ali Abdullah Saleh, si sono scontrati con le truppe di Hadi in almeno due province meridionali, durante la marcia verso Aden. 

Lo Yemen è diviso tra il nord controllato dagli houthi, legati alla componente religiosa sciita e accusati dall'Arabia Saudita (Paese a prevalenza sunnita)  di essere sostenuti dall'Iran, e il sud dominato dai sostenitori del presidente Hadi.

26 marzo 2015

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