Si apre oggi il processo ai tre massimi leader del regime dei Khmer rossi, incluso il braccio destro di Pol Pot Nuon Chea. Gli altri imputati sono l'ex capo di Stato Khieu Samphan e l'ex ministro degli esteri Ieng Sary.
Le accuse sono di genocidio e crimini contro l'umanità. Il tribunale ONU, faticosamente ottenuto dai cambogiani nel 2006, finora ha giudicato solo una persona per i terribili fatti del 1976-79. I pm hanno dichiarato che la popolazione cambogiana era in "una condizione di sofferenza assoluta" negli anni della sanguinaria dittatura comunista. La platea era piena di monaci, studenti, sopravvissuti ed ex dirigenti del regime khmer.
Se gli autori del genocidio hanno oggi più di ottant'anni, anche i testimoni sono spesso anziani. Sao Kuon, contadino di 75 anni, ha perso undici parenti nel regime di Pol Pot. In occasione dell'udienza ha dichiarato: "Sono molto felice. Sono venuto qui perché volevo conoscere tutta la storia e come è potuta accadere".