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La Shoah e la disumanizzazione continua

di Mauro Matteucci

Essi vivono, vivranno nel vostro ricordo, nei vostri propositi. Non chiedono lacrime, ma la volontà di capire e di non essere indifferenti. Mai. Liana Millu

Ricordare la Shoah, il criminale e folle tentativo nazista di sterminare gli ebrei d’Europa, oggi è ancora più importante e significativo sul piano non solo storico, ma etico e civile, dinnanzi agli scenari di continua disumanizzazione a cui assistiamo in diverse aree del pianeta. Allora fare memoria di quanto avvenne nei lager oltre 70 anni fa non è né riproduzione d’archivio, né tantomeno nostalgia condita di stucchevole retorica adatta a mettere in pace le buone coscienze. Può avere un significato solo se serve a costruire una strategia progettuale e creativa sia per decifrare il presente, sia per attrezzarci contro le sempre ricorrenti pulsioni di odio e morte.

Nei lager si distrusse la dignità della persona umana, ricorrendo ad ogni sistema - dalla spoliazione dei vestiti, al marchio di un numero al posto dell’identità, alla volontà di degradare i deportati a sotto-uomini, allo sfinimento fisico, alla soppressione del corpo e alla sua cancellazione con le camere a gas e con i crematori. Già prima dei campi si era provveduto con le infami leggi razziali, prima in Germania, poi in Italia – con l’approvazione unanime in mezzo a vergognosi applausi e canti dell’intero Parlamento – a ridurre gli ebrei a cittadini degradati, anzi a non considerarli più come tali. Fare memoria della Shoah oggi significa anche fare memorie dei crimini di cui l’esercito italiano si era macchiato su più fronti, contro le popolazioni etiopi – già al tempo della “conquista dell’Impero” – o i villaggi dei Balcani (un generale arrivò a dire: Si uccide troppo poco), senza dimenticare quanti civili furono trucidati in Russia. Purtroppo, di tutto questo, si fa pochissima memoria e non si chiede mai perdono.

Quelle scene di disumanizzazione si ripetono oggi con le continue stragi di naufraghi nel Mediterraneo, con le file sterminate di civili che fuggono dalle guerre infinite e incontrano nella “civile” Europa nuovi muri e nuove barriere di filo spinato, con gli immigrati costretti a lavorare in modo disumano fino alla morte, con i massacri – in nome di ideali religiosi – da parte dei terroristi, con i bombardamenti realizzati (o progettati) contro inermi popolazioni civili ridotte allo stremo come a Madaya, mentre interi Stati sono ormai dissolti in Medio Oriente o in Africa, affinché possa continuare lo sfruttamento delle loro risorse. Il genocidio perpetrato dai nazisti contro gli Ebrei, i Rom, i testimoni di Geova, gli omosessuali e gli altri “nemici del Reich millenario” si ripete nel processo di distruzione dell’umano ogni giorno sotto i nostri occhi, ma i potenti – impuniti come molti nazisti – per difendere i loro dominio economico e politico, continuano a imporre le loro leggi, purtroppo nella generale indifferenza.

26 gennaio 2016

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