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Negazionismo vietato per legge?

dibattito in Italia e in Europa

Le dichiarazioni negazioniste del docente Claudio Moffa pronunciate durante una lezione all'Università di Teramo hanno suscitato molte reazioni. Tra queste la proposta di Riccardo Pacifici, Presidente della Comunità ebraica romana, che scrive in una lettera a Repubblica: "Abbiamo un unico strumento per contrastare questo fenomeno: approvare una legge, che una volta per tutte in Italia, renda reato il Negazionismo e il ridimensionamento dei numeri della Shoah [...]". Potremmo "prenderci tutti noi l'impegno fino al 27 gennaio prossimo, di mettere nero su bianco un testo di legge sul negazionismo, da far discutere e approvare dal nostro Parlamento".

IL DIBATTITO

Nicolai Lilin appoggia la posizione di Pacifici e chiede di "fermare chi impugna le armi dell'infamia e dell'inganno e sostenere la legge contro il negazionismo".

Mario Pirani sostiene che sarebbe più utile battersi, invece che per una legge, "per ottenere una disposizione amministrativa ferrea che vieti di impartire un insegnamento negazionista o, comunque, razzista, dalle elementari all'università, sotto la responsabilità diretta del Ministro e delle autorità scolastiche di ogni ordine e grado". 

Per l'Osservatore romano "punire per legge chi sostiene questa tesi, e quindi di fatto stabilire ciò che è storicamente vero attraverso una norma giuridica, non è la strada giusta. Anzi, rischia di essere controproducente: in democrazia la censura non è un mezzo corretto, e si finisce per far diventare martire chi vi incappa".

Per Sergio Luzzatto il negazionismo va affrontato "con anticorpi culturali e sociali, non attraverso la repressione giudiziaria".

Simonetta Fiori sostiene che "ogni verità imposta dall'autorità statale rischia di minare la libera ricerca storiografica e intellettuale".

Secondo Adriano Prosperi "sarebbe una vittoria postuma dei regimi totalitari sconfitti al prezzo di un'immane conflitto mondiale se nella nostra repubblica democratica si dovesse ricorrere alla barriera del codice penale per difendere dalle deformazioni e dagli errori la verità storica".

IL NEGAZIONISMO IN EUROPA

In molti Stati europei ci sono famosi negazionisti: David Irving in Inghilterra, Pedro Varela in Spagna, Robert Faurisson in Francia. In Austria, Francia, Polonia, Germania, Belgio e Svizzera sono previste lunghe detenzioni. In altri Paesi, invece, non ci sono pene. 
Secondo il diritto costituzionale tedesco, la negazione dell’Olocausto è un “falso” che non gode della protezione della libertà accademica. In Inghilterra, al contrario, c'è assoluta libertà di pensiero. 
A Madrid da due anni, la negazione dell’Olocausto è di nuovo legale. La Corte costituzionale spagnola ha privilegiato la libertà di pensiero: tuttavia si può essere accusati – e puniti con due anni di prigione – se si giustifica la Shoah.

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