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Ricordando Janusz Korczak

Convegno all'Università Cattolica di Milano

Il 15 ottobre 2012, nell'aula Pio XI dell'Università Cattolica del S. Cuore di Milano, si è tenuto un convegno dedicato a Janus Korczak, medico, scrittore e pedagogo. Il convegno era accompagnato da una mostra fotografica, esposta nel chiostro, che illustrava la vita e la tragica fine di Korczak.

Medico pediatra, difensore dei diritti umani, si dedica allo studio e alla cura dei bambini come altri medici in questo stesso periodo storico, vedi il caso più noto di Maria Montessori.
È sostenitore del diritto del bambino al rispetto. Come pedagogista è ancor oggi estremamente attuale: porta avanti la centralità dell'alunno e la personalizzazione dei percorsi didattici.
Scrittore di libri per bambini e non solo. Suo il volume "Il re Matteuccio primo" - letto ancora oggi in Polonia - su un bambino che deve salire al trono suo malgrado.

Il convegno vuole sottolineare che Korczak è attualmente ricordato per il modo in cui è terminata la sua vita, ma tutta la sua esistenza è importante ed eccezionale per il suo tempo.

Il primo intervento è della prof.ssa Simonetta Polenghi. Illustrando alcuni principi dell'eleborazione di Korczak, la docente riconnette il pedagogo polacco a Pestalozzi, figura da lui approfondita durante gli studi a Zurigo, dove si laurea in medicina. Nel pensiero pedagogico di Korczak sono presenti anche Tolstoj e Makarenko, i principi delle nuove scuole pedagogiche dell'epoca e ascendenze roussoiane. Korczak si avvale delle sue conoscenze scientifiche per capire i bambini e penetrare nei loro sentimenti. Proclama la necessità che l'educatore sviluppi empatia col bambino, pur senza scadere nel paidocentrismo, nel culto del bambino, ma sottolineando l'esigenza di educare nel rispetto dei suoi diritti. L'infanzia non è vista come un momento transeunte, quindi l'adulto deve rispettare il bambino e mettersi alla sua stessa altezza. Il bambino ha diritto alla non conoscenza, a perdere tempo, alla morte e alla vita presente. Morire è facile, vivere è difficile. Il bambino rispettato oggi, sarà un adulto che rispetta. In un'epoca che non riconosce i diritti dei più piccoli (siamo negli anni '20) Korczak insegna a lasciar vivere il bambino senza troppi divieti.
Lavorando negli orfanotrofi, elabora il principio di personalizzazione e critica la centralità dei bisogni cognitivi, che non appartengono a tutti i bambini nello stesso modo. Sviluppa un sistema di mutuo insegnamento e di gestione dei conflitti fondata sul perdono. "Nessun bambino è cattivo o difficile, ma lo diventa perché è ferito".
Questo educatore di straordinaria attualità porterà avanti i suoi principi educativi e pedagogici fino al sacrificio di sé.

Il secondo intervento è del prof. Cesare Rivoltella, che presenta Korczak come un antipedagogista dell'infanzia, che ha compreso il valore dei media, collaborando a trasmissioni radiofoniche, scrivendo sui giornali e fondando giornali scolastici.
Korczak, insieme a Dewey e a Freinet, è uno dei tre padri del giornale scolastico. Il giornale in classe si può leggere e si può fare: assolve, cioè, a due delle funzioni di alfabetizzazione della scuola, leggere e scrivere. Il giornale in classe è uno strumento di attivazione degli studenti, di sviluppo della riflessione critica, di consapevolezza della libertà della persona. Col giornale si porta in classe l'attualità e si azzera il vantaggio dell'insegnante: si diventa tutti ricercatori e si sviluppa la capacità di lavorare in gruppo e anche la capacità di vedere le cose anche dal punto di vista dell'altro.

Nella Casa dell'orfano di Korczak vigono tre parole d'ordine: tribunale, parlamento e giornale. Il parlamento stabilisce le regole a cui la comunità si adegua; il tribunale dirime i conflitti e ha lo scopo di perdonare, non di sanzionare; il giornale è scuola di democrazia.
Con la sua visione pedagogica Korczak può essere considerato il padre nobile dell'educazione alla cittadinanza.

Cristiana Zanetti, Commissione educazione Gariwo

20 novembre 2012

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