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Schediamo gli ebrei

La proposta dei nazionalisti ungheresi

Marton Gyongyosi

Marton Gyongyosi

Un registro di tutti gli ebrei viventi ungheresi. È quello che ha chiesto di stilare lo scorso lunedì 26 novembre, durante una seduta parlamentare, Marton Gyongyosi, membro del partito xenofobo di estrema destra Jobbik
L'obiettivo del censimento sarebbe quello di controllare tutti coloro che potrebbero minacciare la sicurezza nazionale ungherese. E, in particolar modo, gli ebrei appartenenti al governo o al parlamento. 
Durante la seduta, il sottosegretario agli Esteri si è limitato a commentare: "Non posso appoggiare la sua proposta, non è inerente al tema del dibattito, cioè la crisi in Medio Oriente". 
A seguito delle numerose polemiche scatenate dalla dichiarazione-shock, il governo - solo dopo ben 24 ore dall'episodio - ha preso le distanze: "Condanniamo nei termini più forti possibili le parole di Gyongyosi, il governo è contrario a tutte le forme di estremismo, razzista e antisemita, e farà tutto quanto è in suo potere per combatterlo". 
La comunità ebraica ha protestato, insieme al presidente del World Jewish Congress, invitando il premier Viktor Orbàn a prendere provvedimenti contro la destra razzista. Ma senza ottenere alcun risultato. Anche Attila Mesterhazy, segretario del partito socialista, ha manifestato la sua indignazione, chiedendo che Jobbik venga sciolto.
Gyongyosi ha dunque espresso le sue scuse nei confronti dei compatrioti ebrei, specificando che la sua richiesta riguardava solo i residenti con doppia cittadinanza, ungherese ed israeliana
L'episodio è però significativo del crescente clima di razzismo che si respira nel paese, dove Jobbik è il terzo partito a livello nazionale. E dove anche il primo ministro trae spesso spunto dalle tematiche e dagli slogan dell'ultradestra. Un dato preoccupante, soprattutto se si considera che proprio in Ungheria, durante l'Olocausto, sono morti 500mila ebrei degli 800mila che vi risiedevano.

28 novembre 2012

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