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Sir Nicholas Winton, l'eroe modesto

​L'ultimo saluto di Praga

La statua di Kent dedicata a Winton

La statua di Kent dedicata a Winton

Quando ho letto su Internet la notizia del decesso di Sir Nicholas Winton, soprannominato "the modest hero“, non ho potuto fare a meno di pensare che forse abbia scelto volontariamente di non assistere più allo spettacolo indecoroso di questa Europa divisa, egoista e litigiosa, incapace di mettersi d'accordo sull'aiuto da prestare alle migliaia di profughi che quotidianamente rischiano la vita in mare per sfuggire a guerre, carestie e persecuzioni. E allora, forse, il suo cuore di uomo coraggioso e profondamente buono non ha retto, dall'alto dei suoi 106 anni, al diffondersi di paure, indifferenza e divisioni. Lui che, nella sua longevità, ha visto due volte l'Europa incendiata dalle fiamme dei nazionalismi della Grande Guerra prima, e del razzismo della follia nazista poi.

E così se n'è andato silenziosamente nel sonno, come per decenni aveva taciuto il suo gesto eroico fino a quando sua moglie Gretchen non scoprí il famoso taccuino con la lista di nomi dei bambini salvati, consegnadolo poi alla storica Elizabeth Maxwel - che in seguito avrebbe organizzato il famoso incontro con i sopravvissuti. E così al mondo fu ricordato ancora una volta che, anche quando le tenebre della Storia si fanno più fitte, è sempre possibile portare un po' di luce in quel faro ideale che guida nella notte la coscienza di tutti gli uomini di buona volontà.

Non era certo per questo futuro che nel 1939 Nicholas Winton, usufruendo dei suoi buoni contatti di banchiere londinese, si prodigò per salvare 669 bambini prevalentemente ebrei (tra cui la cugina di Madeleine Albright) strappandoli dall'internamento nei campi di sterminio e assicurando loro un rifugio sicuro presso le famiglie inglesi disposte ad ospitarli. Né tantomeno oggi avrebbe probabilmente riconosciuto la Repubblica Ceca, un paese dove si sta diffondendo fin troppo velocemente un'isteria senza distinzioni contro gli immigrati nonostante i musulmani non arrivino allo 0,1% della popolazione. Ancora una volta i deboli sfogano le proprie frustrazioni sui debolissimi e nell'immaginario collettivo i musulmani, tutti compresi, prendono il posto che un tempo ebbero appunto gli ebrei o i Rom.

Praga ha dato l'ultimo saluto a questo grande uomo venerdì 3 luglio. Nella stazione centrale, intitolata al presidente americano Woodrow Wilson, per i cechi uno dei simboli della Cecoslovacchia libera e indipendente del periodo interbellico, circa 800 persone si sono radunate intorno alla statua di bronzo di Flor Kent che lo ritrae insieme a due bambini sulla piattaforma numero uno da dove partirono gli otto kindertransport, i viaggi in treno attraverso tutta l'Europa. Un'opera, posizionata in un luogo frequentato, che dal 2009 ricorda ai viaggiatori il diritto alla vita e alla libertà di ogni essere umano. Oggi come ieri un memento sempre attuale, quando per molti i treni di allora sono diventati i barconi affollati della speranza.

Rimane l'amarezza di non aver visti coronati da successo gli sforzi dei ragazzi delle scuole ceche raccolti intorno all'iniziativa per il “Premio Nobel a Sir Nicholas Winton”. Sarebbe stata un'occasione importantissima per ricordare a tutto il mondo l'importanza di dire no alla violenza e all'odio, come ha ricordato a Praga nel 2013 l'ex presidente della Camera dei deputati della Repubblica Ceca Miroslava Němcová, ospite della conferenza annuale per la Giornata Europea dei Giusti.

Lo Schindler inglese è riuscito comunque, il 28 ottobre 2014, nel giorno della Festa dello Stato ceco, a ricevere dal presidente ceco Miloš Zeman l'onoreficenza del Leone Bianco, il più alto riconoscimento civile del Paese, dopo aver ricevuto nel 1998 dalle mani dell'ex presidente Václav Havel, l'eroe della Rivoluzione di Velluto, l'Ordine di Tomáš Garrigue Masaryk.

Ma non importa. Il gesto rimane, ed è quello che è importante ricordare, ad esempio con i tre film documentario girati dal regista slovacco Matej Mináč, Tutti i miei amati (1999), La forza dell'umanità (2002) e La famiglia di Nicky (2011), oppure con il motto che amava ripetere: "Se una cosa non è impossibile, ci deve pur essere un modo per farla“. E comunque una cosa è certa: nel futuro Giardino dei Giusti di Praga a Sir Nicholas Winton, l'eroe modesto, sarà riservato un posto d'onore.

Andreas Pieralli, giornalista e traduttore

6 luglio 2015

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