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Un "rifugio sicuro" ai cristiani perseguitati

la storia di George Weidenfeld

Nel 1938 un “ragazzino ebreo senza un penny” veniva aiutato a fuggire dall’Austria occupata dai nazisti dall’organizzazione cristiana Plymouth Brethren. Il treno che portò il giovane in salvo in Inghilterra era parte del programma dei Kindertransport, che salvarono oltre 10mila bambini ebrei in Austria, Cecoslovacchia e Polonia poco prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale.

Dopo 77 anni, l’ormai novantaseienne George Weidenfeld è un Lord, cofondatore della casa editrice Weidenfeld&Nicolson, e ha trovato un modo per “ripagare il debito”, aiutando i cristiani minacciati dallo Stato Islamico.

Lord Weidenfeld sta infatti finanziando l’operazione Safe Haven (rifugio sicuro), con l’obiettivo di soccorrere circa duemila famiglie cristiane in Iraq e Siria e di offrire loro i mezzi necessari per il sostentamento nei primi 12-18 mesi.

“Nella sua ferocia primitiva - ha spiegato Weidenfeld in un’intervista al quotidiano londinese Times - l’Isis è qualcosa di senza precedenti anche di fronte ai sofisticati nazisti. Si tratta di puro desiderio di orrore e sadismo”.

Grazie al suo impegno, già quarantadue famiglie siriane cattoliche sono riuscite a raggiungere Varsavia in aereo - passando prima da Beirut, a volto coperto per timore di rappresaglie nei confronti dei parenti rimasti in Siria - e altre sono in procinto di essere messe in salvo.

L’operazione Safe Haven è coordinata dalla Fondazione Barnabas, diretta dal Dr. Patrick Sookhdeo, che aveva già operato in questo modo in Sudan e Pakistan. La Fondazione ha dato via al progetto per il soccorso di siriani e iracheni coinvolgendo le chiese “perseguitate”, facendo pressione sui governi affinché rilascino visti e documenti a quanti dimostrino di provenire dalle aree occupate dai jihadisti e contattando diverse organizzazioni cattoliche negli Stati ospitanti. Non è un caso, infatti, che i primi siriani siano arrivati in Polonia, dove Barnabas ha forti legami con la Ong Esther.

L’operazione di Weidenfeld è stata condotta in partnership con il British UK Jewish National Fund. “È stato un finanziamento inusuale - ha spiegato il vicedirettore Michael Sinclair - ma ci sembrava la cosa giusta da fare. Negli anni ’30 migliaia di ebrei, soprattutto donne e bambini, furono aiutati dai cristiani che rischiarono molto per salvarli da morte certa. A loro dobbiamo la nostra gratitudine”.

Weidenfeld si augura di emulare l’impresa di Sir Nicholas Winton, scomparso lo scorso luglio, che nel 1938 contribuì a organizzare diversi treni del Kindertransport, riuscendo a salvare 669 bambini.

Safe Haven è stata tuttavia criticata a livello internazionale, per la decisione di non includere nel programma di aiuti anche i siriani e gli iracheni musulmani. Secondo il Times, il governo americano avrebbe deciso di non partecipare all’operazione proprio perché la riteneva discriminatoria. 

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