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Donne torturate nei lager cinesi

storie che turbano perfino Pechino

Nel settembre 2011, la sessantaduenne Wang Guilan lasciava il gulag di Masanjiao, nella provincia di Liaoning, con un rotolo di diario nascosto nella vagina. Si trattava della testimonianza della compagna di cella Liu Hua, che raccontava le torture sistematiche perpetrate ai danni delle internate. 
Settimana scorsa il diario è stato pubblicato e, secondo il New York Times, ha scioccato perfino coloro che sono adusi a trattare da sempre di tematiche quali i maltrattamenti e le torture nei gulag cinesi. 

In Cina è scoppiato un putiferio, con i media principali e minori che riportavano brani della testimonianza fino a quando inesorabile è scesa la scure della censura. In totale sono 190.000 i prigionieri nei lager cinesi. 

Supplizi che rendono disabili


Le autorità provinciali del Liaoning hanno istituito una commissione d'inchiesta e la All-Women's China Federation, un organismo legato al Partito Comunista, ha intervistato Yuan Ling, l'uomo che ha portato alla luce il diario. 

Dentro le mura dei gulag le torture arrivano al punto di rendere disabili le prigioniere, secondo il suo resoconto.  Le prigioniere sono costrette a orari di lavoro massacranti, ben oltre le sei ore al giorno indicate dai regolamenti ufficiali dei campi. 

Le internate vengono appese per le braccia, legate in modo da coprire tutti gli orifizi e abbandonate in condizioni che impediscono loro perfino di urinare o defecare, picchiate e soggette a molti altri generi di torture antiche e nuove. 

Una domanda di verità per prevenire future persecuzioni

Yuan Ling oltre al resoconto puntuale dei maltrattamenti ha detto qualcosa che non potrà non avere implicazioni per il sistema autocratico di Pechino: "È il sistema legale che ha dei problemi". Ha dichiarato che i passi compiuti per allontanarsi dal sistema di punizioni extragiudiziali dell'era di Mao non sono sufficienti e "siamo a un punto di svolta". Yuan ha concluso dicendo: "Le testimonianze ci sono. Si tratta di affrontare la verità e di esaminare la nostra esperienza per poter rompere con il passato e abbracciare il futuro". 

Al momento non si sa come stia andando l'inchiesta delle autorità del Liaoning. Speriamo che il richiamo alla verità di chi ha portato alla luce i diari delle torturate non causi altre persecuzioni e nuovi supplizi. 

11 aprile 2013

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