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Una diffidenza giustificata?

il rapporto Israele-Iran secondo Chemi Shalev

L'editorialista di Haaretz, "ossessionato dall'Olocausto" per motivi familiari, è critico verso Rohani perché, sostiene, se si leggono le sue frasi intere e non solo le parole che ci rassicurano non è affatto un moderato. E potrebbe, sempre secondo Shalev, manifestare la stessa ambiguità che usa nei confronti del genocidio degli ebrei a proposito dell'altra grande incognita, il programma nucleare di Teheran. 

“'Ho spiegato che noi condanniamo i crimini dei nazisti nella Seconda Guerra Mondiale, e purtroppo tali crimini furono commessi contro molti gruppi e persone. Molta gente fu uccisa, compreso un gruppo di ebrei', ha detto Rohani all’Asia Society e al Consiglio delle Relazioni Estere giovedì scorso. Certo, i nazisti hanno ucciso gli ebrei, ma non c’era niente di speciale: uccidevano un sacco di persone…
E Zarif, intervenendo al programma della ABC This Week di sabato, ha dichiarato che mentre la parola “leggenda” è stata tradotta male nel sito in lingua inglese di Khamenei, e miracolosamente è sopravvissuta a sette anni di proteste occidentali, lo spirito del messaggio della Guida Suprema resta in vigore: “Che cos’è questo tema che fa sì che la gente sia così agitata che qualcuno ci chiede semplicemente di fare un po’ di studi su di esso?”.
In altre parole, quale spiegazione ci può essere per negare ingiustamente che in Iran c’è un’ardente domanda di libertà di ricerca scientifica? La storica della Shoah Deborah Lipstadt definisce questo quesito in malafede, proprio di chi nega l’Olocausto, “un attacco contro la ragione”. Altrimenti, senza dubbio, staremmo parlando di un caro vecchio complotto ebraico, un’altra manifestazione della presa strangolatrice degli ebrei sulla società occidentale.
Inoltre c’è la questione dell’equivalenza, un altro classico argomento usato dai negazionisti. “Il punto”, ha detto Zarif a George Stephanopoulos, “è che noi condanniamo l’uccisione di persone innocenti sia che sia avvenuta nella Germania nazista, sia che avvenga ora in Palestina”. Il che è come prendere tre o quattro piccioni con una fava: gli israeliani sono nazisti, i palestinesi sono innocenti, l’Olocausto non fu affatto peggiore dell’occupazione israeliana dei territori e, analogamente, l’occupazione israeliana dei territori è proprio tanto orribile quanto l’Olocausto.
E se la Shoah non era così terribile come l’hanno rappresentata gli ebrei, ma è stata strumentalizzata per usurpare le terre dei palestinesi, che giustificazione c’è perché Israele continui a esistere? E se non c’è giustificazione alcuna, che cosa può obiettare l’Occidente al desiderio dell’Iran di vedere Israele “sradicato dalla regione come un tumore canceroso”, come disse Khamenei in tv nel 2000, in quello che si presume essere giusto un ennesimo errore di traduzione ricorrente in lingua persiana? Specialmente quando quel tumore, come hanno ripetutamente spiegato sia Rohani che Zarif, è “la fonte di tutta l’insicurezza e l’instabilità nella regione"?". 


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