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In Sudan diciamo 'Mai più'. ma sul serio!

articolo di Daniel Jonah Goldhagen

L'autore de I volenterosi carnefici di Hitler e Peggio della guerra invita a riflettere sulla tragedia del Sudan, dove il regime di Omar al-Bashir continua a uccidere, espellere, stuprare, mutilare, torturare e brutalizzare centinaia di migliaia di persone. 

"La presunta vocazione degli ebrei a difendere i più deboli entra in gioco nuovamente – e purtroppo sembra essere sempre più pertinente – di fronte al rinnovarsi di due fenomeni collegati tra loro: il primo sono le politiche eliminazioniste e genocide del governo sudanese, che stavolta si rivolgono contro o minacciano le popolazioni del Sud Sudan, che ha conquistato l’indipendenza di recente, e di due regioni contestate, il Sud Kordofan e l’Abyei, dove le forze sudanesi hanno già ucciso ed espulso dalle loro case masse di persone, a cui se ne aggiungeranno potenzialmente altre centinaia di migliaia. Il secondo fenomeno è la reazione del governo USA e del resto del mondo, che consiste nel restare a guardare le cose mentre accadono e nel negare loro la giusta importanza. 

[...] Ciò che cambia per gli ebrei, e che forse può essere utilizzato in modo particolarmente efficace per mobilitarli, non sono fantomatici doveri morali o i dibattiti in merito, che in definitiva possono – e dovrebbero – suonare vuoti. Piuttosto, per via dell’Olocausto, gli ebrei sono più inclini a identificarsi con le vittime dei genocidi. Una volta suscitata la loro empatia in questo modo, è più facile mobilitare le loro emozioni, inclusa l’indignazione, oltre il riconoscimento di principi morali astratti apparentemente aridi.

Quasi tutti pensano che sia orribile che gli islamisti stiano eliminando gente innocente, ma solo pochi spettatori colgono il senso di urgenza e la necessità di un intervento effettivo (sì, anche a costo di considerevoli risorse) per fermare gli aguzzini dal brutalizzare, stuprare, espellere e uccidere le loro vittime designate.

È la formazione psicologica ebraica, radicata nella conoscenza storica e sovente in vicende personali, a poter ragionevolmente creare l’aspettativa che gli ebrei potrebbero più probabilmente di molti non ebrei assegnare un qualche significato alla frase “Mai più”, facendola diventare un’autentica guida al proprio agire". 

(Foto da WikiCommons)

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27 luglio 2011

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