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"L'Europa ricorderà i Giusti di Bosnia"

intervista a Svetlana Broz

La Presidente di Gariwo Sarajevo e autrice di libri sugli “uomini giusti nel tempo del male” e sul tema del coraggio civile ci testimonia l'importanza per il suo Paese della Giornata Europea dedicata ai Giusti. Nell'intervista, tra le altre cose, il ruolo educativo dei Giusti, il progetto di creare un Giardino dei Giusti a Sarajevo e l'impegno della Broz sul coraggio civile. 


Che importanza riveste per la Bosnia la Giornata Europea dedicata ai Giusti?


È straordinariamente importante che il Parlamento Europeo abbia preso una tale decisione secondo la volontà dei cittadini europei, e in Bosnia lo è ancora di più perché qui vi sono politici dall’orientamento fortemente nazionalista che non amano l’idea di dover onorare persone appartenenti agli altri gruppi etnici. Ecco perché questo tipo di decisione del Parlamento Europeo è importante: costituisce un obbligo per i politici della Bosnia-Erzegovina che sostengono che l’uomo non abbia scelta, l’obbligo di rendere onore a tutti quegli esseri umani che hanno perso la vita o hanno rischiato moltissimo nel proteggere coloro che erano ingiustamente perseguitati per la loro etnia o fede differente nella guerra 1991-1995.


Forse oggi diventerà possibile creare il Giardino dei Giusti di Sarajevo!


La sezione di Gariwo a Sarajevo farà il suo meglio – faremo il nostro meglio – per convincere i
politici della necessità di creare il Giardino nel centro di Sarajevo, come simbolo della sofferenza patita da questa città nell’assedio e nella guerra. Bene, spero che nei prossimi mesi, dopo questa decisione del Parlamento Europeo avremo migliori chance di convincere i politici e di creare questo fondamentale Giardino e Memoriale per tutti coloro che hanno salvato esseri umani in Bosnia ed Erzegovina e perfino in tutta l’area dei Balcani - perché no? - durante la guerra.


Che tipo di commemorazioni vorrebbe organizzare il 6 marzo a Sarajevo? Sta pianificando qualche iniziativa?


Stiamo discutendo in questi giorni la possibilità di trasferire la data del Premio Dusko Kondor alCoraggio Civile proprio per farla coincidere con il 6 marzo.


Sulla base della sua costante attività sul coraggio civile con istituzioni di tutto il mondo pensa che l’Europa ricordi a sufficienza la guerra in Jugoslavia? C’è una sufficiente
sensibilizzazione a riguardo?


Sì, si ricorda abbastanza. Noi usiamo la memoria della guerra dell’ex Yugoslavia negli anni ’90
come modello di riferimento per educare i giovani in Bosnia ed Erzegovina e in tutto il mondo,
ovunque ci invitino a tenere relazioni su questo tema, perché crediamo che attraverso questo tipo di esempi come i Giusti possiamo costruire e cementare la società civile nella regione dei Balcani. Traiamo gli esempi dal passato per educare le generazioni future.


Ha qualche augurio per quanto riguarda la memoria degli uomini giusti di Bosnia o qualche figura che vorrebbe fosse ricordata?


Ho il sogno di fondare il Giardino dei Giusti di Sarajevo e dei Balcani sud occidentali e spero che diventi realtà nel futuro prossimo, in modo tale che tutte quelle persone possano ricevere il riconoscimento che meritano. Il mio augurio è di realizzare un Giardino dei Giusti per premiare queste persone meritevoli a Sarajevo.


In questi giorni c’era il processo Mladic, che è poi stato rimandato per un vizio di forma.
Quindi da un lato c’è la giustizia internazionale e dall’altro c’è la memoria del bene. In quale rapporto stanno questi due aspetti secondo lei?


Il processo Mladic è un processo per crimini come il genocidio. Va bene che sia iniziato, in quanto giudizio sulle atrocità. La giustizia dev’essere perseguita indipendentemente dal tempo che ci si mette a farla. Al contempo noi abbiamo tutte quelle persone che hanno rifiutato o disobbedito, che si sono opposti alla partecipazione al genocidio e dovremmo premiare queste persone nel Giardino dei Giusti di Sarajevo perché se lo meritano. Anche nella cosa peggiore che può succedere a una società, il genocidio, c’è sempre l’individuo che resiste, si oppone, disobbedisce e non vuole partecipare a questa follia politicamente orchestrata. E questo tipo di essere umano dovrebbe essere il nostro modello di riferimento per il futuro.


Quali sono le minacce alla pace oggi in Bosnia e come può il Giorno Europeo dei Giusti
aiutare a superarle?


Prima di tutto la peggiore minaccia alla pace in Bosnia sono i politici orientati verso il nazionalismo che vogliono distruggere la Bosnia: lo volevano prima della guerra, l’hanno fatto in guerra e continuano a cercare di farlo con armi politiche anche dopo la guerra. Noi dovremmo sostituire questi politici con politici democratici e certo celebrare i Giusti dovrebbe contribuire a cambiare l’atmosfera politica vissuta dalla gente comune, perché dovrebbe contribuire a mutare l’intero quadro circa i gruppi etnici. Spesso, i politici o il clero sono abituati a incolpare un dato gruppo tutto in blocco, ma le atrocità sono avvenute ovunque. La prospettiva dei Giusti aiuta a concentrarsi sull’individuo. Dipende sempre dall’individuo essere una persone buona e diventare giusto.


Un commento sulla vittoria elettorale dei nazionalisti in Serbia?


Questa vittoria non è un bene per la riconciliazione nella zona, per l’immagine della Serbia nel
mondo, come pure per l’integrazione della Serbia nell’UE

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