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Dopo il seminario "la didattica dei Giusti"

Strumenti e linguaggi non convenzionali in classe

Il pubblico del seminario

Il pubblico del seminario

“Questo seminario dedicato agli insegnanti è un’iniziativa che Gariwo ha proposto all’Associazione Giardino dei Giusti di Milano perché Gariwo ha sempre ritenuto molto importante il rapporto con le istituzioni pubbliche e private e per questo cerca sempre di condividere con l’Associazione le proposte didattiche che possono diventare veicolo efficace del messaggio dei Giusti.
L’Associazione nata per gestire il Giardino svolge un ruolo molto importante non solo con le cerimonie della dedica degli alberi ai Giusti, ma nell’educazione dei giovani, rendendolo un punto di riferimento in Europa e nel mondo, soprattutto ora che la Giornata europea dei Giusti è una realtà in tutto il Continente. Ci sforziamo di trovare opportunità di collaborazione con gli insegnanti che si esprimano in forme nuove e originali, per venire incontro alle esigenze di un mondo in continua evoluzione, in cui i giovani sono al centro dell’interesse e sono protagonisti: li sappiamo immersi in una specie di frullatore tra globalizzazione e nuove tecnologie, messaggi a volte positivi, ma spesso inquietanti e siamo consapevoli che per raggiungere la loro attenzione e ascolto occorre attrezzarsi di nuovi strumenti”.

Così Ulianova Radice, direttore di Gariwo, ha aperto il seminario “La didattica dei Giusti” del 29 settembre scorso a Palazzo Marino. Al centro degli interventi dei professori della Commissione educazione di Gariwo, la discussione sugli strumenti e sui linguaggi non convenzionali da usare in classe per parlare di Giusti.

“Uno dei modi per saggiare il terreno su cui il messaggio dei Giusti cade - ha ricordato Salvatore Pennisi - potrebbe essere individuato nel tipo di reazione emotiva che una comunicazione non esclusivamente verbale innesca. La visione di un film, la lettura di un fumetto, la partecipazione a una rappresentazione teatrale, ma anche l'ascolto di una testimonianza o di un brano musicale, perfino il gioco a tema o la recita di una poesia sono tutte forme di comunicazione che creano non solo occasioni di riflessione ma anche una specie di risonanza emotiva. Attraverso queste ed altre simili forme comunicative si contribuisce a far crescere la consapevolezza dei giovani. Probabilmente gli insegnanti attuali sono più propensi a usare forme di coinvolgimento dei propri studenti di quanto non lo fossero gli insegnanti di formazione idealistica. In ogni caso non guasta sottolineare che coinvolgere significa anche fornire occasioni di partecipazione emozionale. Compito che tutte le forme comunicative sopra elencate svolgono in modo eccellente. Fra queste forme comunicative la narrazione occupa un posto privilegiato”.

In questo senso, come sottolineato da Rosanna Montano, “conoscere la vita di un Giusto aggiunge un valore in più a questi percorsi, perchè crea la consapevolezza che anche nei periodi storici più bui e drammatici c'è la possibilità di una scelta, c'è la possibilità di non voltare la testa dall'altra parte per non vedere, c'è uno spazio di libertà e di autonomia che permette ad ognuno di agire per il Bene e permette alla Società di rigenerarsi, perché "Chi salva una vita salva il mondo intero". Mi sembra infatti importante stimolare gli alunni preadolescenti e adolescenti a non assumere un atteggiamento "rassegnato" e quindi inevitabilmente "disimpegnato" nei confronti degli eventi di cui sono testimoni. Tale atteggiamento ha ripercussioni anche sulla esperienza personale di ognuno. Come è stato detto, i Giusti sono infatti per tutti noi, e soprattutto per i giovani, degli esempi".

Questo è vero anche quando si parla di scuola primaria. Emanuela Bellotti ha individuato due temi fondamentali per aiutare i ragazzi a entrare nel clima giusto: conflitto e responsabilità. "I bambini conoscono bene i conflitti in quanto questo tipo di situazioni si presentano giornalmente nella loro vita. Le nostre classi sono ricche di situazioni conflittuali nelle quali sperimentare soluzioni proficue e condivise. Partendo da queste esperienze si può quindi allargare il campo al confronto con le motivazioni ed il sorgere dei conflitti armati e dei genocidi. Dedicare tempo a queste letture e alle riflessioni conseguenti è un investimento, perché come scrive J. K KorczaK: 'a noi scivolano fra le mani importanti quarti d’ora, anni; … il bambino ha davanti a sé ancora molte ore di vita … Un bambino può ubriacarsi di ossigeno come un adulto di vodka.'” 

Nel box approfondimenti la trascrizione integrale degli interventi

15 ottobre 2015

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