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Reportage dall'Egitto - Parte 2

Il viaggio di Lelio Bonaccorso e Fabio Brucini

Lelio Bonaccorso, autore dei fumetti su Jan Karski e Peppino Impastato, è stato ospite dell’iniziativa di Gariwo Fumetto e Memoria. I Giusti parlano ai giovani il 28 gennaio scorso. Ora Lelio è impegnato in un nuovo progetto, un viaggio in Egitto per realizzare - insieme a Fabio Brucini - un reportage sulla situazione attuale del Paese e sulla cultura dei beduini. 

Noi stiamo seguendo il suo viaggio, e riportiamo di seguito il racconto di Lelio.

Viaggio in Egitto, quarto aggiornamento a cura di Fabio Brucini

Ho conosciuto Sheikh Ahmed nel 2009, quindi non molto tempo fa ma la nostra amicizia è diventata subito forte grazie ad alcuni particolari eventi che abbiamo vissuto in sinergia.
La prima in occasione dell'attraversamento a corsa del Sinai fatto da Max Calderan per un nuovo record mondiale; la seconda volta quando abbiamo organizzato uno stage settimanale di esperienza di vita nel deserto con un gruppo promosso dal coach Tiziano Benvenuti; la terza quando Sheikh Ahmed e sua moglie sono venuti con me in Italia per promuovere un progetto di valorizzazione della figura femminile nel mondo beduino.
Siamo entrambi animati da un profondo rispetto e amore reciproco, come se le nostre anime si conoscessero da eoni e dovessero portare a termine un progetto comune.
Sono lieto di far conoscere questo straordinario personaggio del deserto a Lelio.

Sheikh Ahmed si è presentato la sera al fox camp, circa 15 minuti dopo il nostro arrivo.
Con suo aspetto regale e inconfondibile si è come materializzato davanti a noi mentre stavamo parlando con il fratello Farag, proprietario e gestore del Fox Camp. Farag, che gode di grande conoscenza delle tradizioni del deserto ci ha accolto con grande calore e intrattenuto in attesa dell'arrivo del fratello, poi si è dileguato silenziosamente per riapparire il giorno successivo.
In quella sera migliaia di turisti egiziani provenienti dal Cairo in occasione delle festività scolastiche di metà anno avevano letteralmente invaso tutto il paese di Santa Caterina; Farag ha deciso di lasciare il posto di lavoro per rifugiarsi nel deserto circostante fuori da ogni confusione.

Abbiamo continuato i nostri discorsi con Sheikh Ahmed che, con la serenità tipica degli abitanti del deserto, ci ha allargato gli orizzonti ad un mondo nuovo, fatto di ascolto e osservazione, ci ha riportato ad una dimensione temporale diversa rispetto a quella a cui siamo stati abituati.
Ogni storia che ci ha raccontato invita alla riflessione, al salto del vecchio paradigma occidentale, a vivere la vita con gli occhi di un bambino.

È stato la nostra guida al Monastero di Santa Caterina, ci ha permesso di visitare luoghi non accessibili al turista e in seguito ci ha portato nel luogo dove un uomo della medicina esperto conoscitore delle erbe del deserto ci ha fatto visitare la sua farm.
Non ci resta che ringraziare Sheikh Ahmed per la splendida cortesia dimostrata e per tutto il prezioso lavoro che sta svolgendo atto a conservare le tradizioni del deserto.

Viaggio in Egitto, quinto aggiornamento

Dopo il viaggio a S.Caterina e la conoscenza di Sheik Ahmed, ci rimettiamo in cammino verso Sharm. Lungo la strada, oltre i soliti posti di guardia, scorrono le rosse montagne che mi ricordano molto quelle viste nel film Prometheus, dalle forme quasi oniriche, immerse nella sabbia...come in un quadro di Dalí potrebbero prendere vita da un momento all'altro, e la cosa non mi turberebbe affatto.
È uno spettacolo mozzafiato questa terra antica, legata ancora a un passato biblico, che sa insegnare con il Silenzio, con la semplicità che forse noi non sappiamo piu riconoscere, ma che qui ti tocca nel profondo. Il deserto è come uno specchio, e il tuo riflesso è la memoria arcaica che ha unito tanti uomini e storie; terra di profeti e di prove il Sinai, da tempi immemori.
Qui puoi capirlo.
E poi questi Bedu, legati profondamente alla natura, si considerano i guardiani di questa terra che rispettano e tutelano nonostante la divisione in tribù, perché su molte cose puoi pensarla diversamente, ma il cordone ombelicale che ti lega al luogo in cui abiti è sacro, non è messo in discussione ma una cosa ovvia.
Nessuna legge scritta, ma solo orale, il "Canun", fatta di strette di mano e di tutela per i più deboli, basata su onore e lealtà. Dove un affamato può nutrirsi dei frutti di un albero della proprietá di un altro senza essere punito per furto o giudicato, importante ci sia un reale bisogno.
Da noi utopia, qui una cosa ovvia, scontata, è la legge del deserto.

Qui metti in discussione quel paradigma che sostanzia la tua società, qui vedi che non è l'unica strada percorribile...il confronto con questa gente che crede al sacro e all'amicizia in maniera totale, ti regala il riflesso di un'umanità nobile, di speranza.

Il deserto è un fatto personale, appartiene a tutti, ma è di nessuno.
Al prossimo aggiornamento vi racconterò altre storie incredibili che comunque troveranno posto nel fumetto-reportage che stiamo facendo con Fabio.

Il viaggio continua amici, a presto!:-)

Viaggio in Egitto, sesto aggiornamento.

Torniamo al nostro campo base di Wadi Speta, dove abbiamo un incontro con un caro amico di Fabio, dott. Adel.
Lui arriverà dopo le cinque del pomeriggio, intanto noi veniamo accolti dai nostri soliti amici, Fettuah e suo figlio Abdu, Badr che prepara la cena, e i piccoli Abdu (un altro più piccolo) e Zora. Con loro due ho ormai un certo feeling, e mentre gli altri vanno a farsi una passeggiata, io mi siedo davanti una bella acacia insieme ad Abdu e mi metto a disegnare un po'.
Il silenzio viene solo interrotto dalle voci e le risate che echeggiano tra i canyons, e io e il ragazzo comunichiamo un po' in arabo un po' in inglese...un po' in siciliano, che chissá perche pare abbia una certa familiarità con molte lingue.

Appena cala il sole arriva Dott. Adel; egiziano del Cairo, uno tra i massimi esperti a livello internazionale di medicina iperbarica e profondo conoscitore del mondo beduino. È molto simpatico e preparato, a vederlo sembra un sapiente grosso budda che sa più di quello che dice.

Davanti al fuoco, ci racconta che arrivò a Sharm nell'82, dopo che con un accordo internazionale tra i due paesi, Israele si ritirò dall'Egitto nei suoi attuali confini. All'epoca a Sharm non c'era nulla a parte vari accampamenti bedu, ma lui appassionato sub, venne attratto dal bellissimo Mar Rosso e dalla barriera corallina, allora quasi del tutto vergine.
Quando la meta divenne turistica e nacque l'esigenza di un medico in zona, Adel iniziò a esercitare la professione, potendo cosi sperimentare le prime tecniche iperbariche.

Ci dice: "spesso venivano i bedu per risolvere i loro problemi. Sono persone molto riconoscenti, che non scordano mai ciò che tu hai fatto per loro. Qualche tempo dopo, seppi che il mio nome era giunto a un "medicine man" di S. Caterina, tale Ahmed Mansur, che tutti i bedu chiamavano il Doctur. Lui era un anziano che viveva distante dalla comunità, e che curava la gente con la conoscenza secolare delle erbe medicinali.
Seppi che apprezzava il mio lavoro, e che quando non riusciva ad aiutare la gente con i suoi metodi, li mandava da me e io feci lo stesso con lui. Nacque una fitta collaborazione, ma mai ci incontrammo...lo sentii solo per telefono. "
Ci racconta anche vari episodi, uno in particolare di una bambina tedesca affetta da una grave malattia epidermica, che dopo aver girato il mondo, trovò la soluzione presso il Doctur...il padre voleva produrre il farmaco in serie, ma fu impossibile poiché la medicina era stata fatta su misura per la figlia.
Tale conoscenza ci dice Adel, prevede molti difficili parametri, e purtroppo con l'allontanamento dei giovani dalla tradizione, rischia un po' di perdersi.
Ovviamente io spero che questo non accada.

Capitò anche, ci racconta, che alcuni scienziati americani fecero delle ricerche sugli antidoti contro potenti veleni, tipo quello del pesce leone, dopo aver visto come i bedu di mare ne curano i sintomi immediatamente fondendo la gomma delle infradito sulla ferita, il che è molto doloroso ma funziona.

La conversazione scorre piacevole, illuminata dalla luce delle candele tra scienza e tradizione, dimostrando come un dialogo anche su questo piano sia possibile ed essenziale affinché si completino a vicenda.
Guardare al futuro senza perdere se stessi e le proprie origini.

Intanto sopra di noi un cielo stellato da sogno ci saluta, e dopo un buon thè ci accomiatiamo da Adel con la promessa di rivederci prima della partenza.
Lo ringraziamo per il suo prezioso contributo che siamo certi arricchirà il nostro libro.

Il viaggio continua...

19 febbraio 2016

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