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Tova Berlinski, "dipingo un fiore nero per chi non ha più una tomba"

un'artista tra memoria della Shoah e vita quotidiana in Europa e Israele

Tova Berlinski ha 102 anni. Nata nel 1915 a Oswiecim, il paese della Polonia dove venne istituito il famigerato lager di Auschwitz, è fuggita in Palestina con il marito nel 1938, un anno prima dell'istituzione del campo di sterminio. 

Non è un'artista politica. Dipinge infatti ciò che è intorno a lei, ma essendo una donna che ha attraversato le epoche e i continenti, avvertendo sempre un forte senso di perdita dovuto all'emigrazione e alla tragedia dell'Olocausto, finisce con il descrivere molto di queste realtà.

Berlinski ha dipinto dei "ritratti" dei suoi parenti uccisi nella Shoah che raffigurano volti che svaniscono assumendo la forma di figure geometriche, perché, dice,"sono andati via tutti".

Sono particolarmente famosi i suoi fiori grigi e neri, di cui solo qualche pennellata di luce lascia intuire l'innata bellezza. Questi fiori sono per onorare chi non ha più una tomba, e un fiore nero Tova l'ha donato al Museo di Auschwitz-Birkenau.

Di recente, Tova Berlinski ha anche dipinto cieli blu, paesaggi a colori, piante e luoghi della sua vita quotidiana, come una gelateria che c'era durante la sua infanzia a Oswiecim o i luminosi paesaggi mediterranei del moderno Israele.

Nella sua lunga vita, Berlinski ha conosciuto Oswiecim  quando era ancora una cittadina amena dove la metà degli abitanti era ebrea, 12.000 persone tra cui il marito, un giovane sionista con cui fece il viaggio della speranza verso la Palestina, su una nave di migranti "unauthorized", "clandestini" diremmo oggi.

Ha vissuto le prime difficoltà di integrazione, il marito che prima veniva internato in un campo di prigionia inglese e poi partiva per combattere per la guerra del Negev. Lei ha militato con Peace Now per la soluzione dei due Stati. Gli onori sono arrivati solo dopo molti anni. A 100, quando ha ricevuto la lettera di auguri del sindaco di Oswiecim, e a 102, adesso, quando è celebrata con una mostra a Gerusalemme.

19 ottobre 2017

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