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Sottomissione

di Michel Houellebeqc Bompiani, 2015

Se è vero quel detto che dice “non esistono libri non autobiografici”, allora François, il protagonista del romanzo “Sottomissione”, rappresenta in pieno quello che è Houellebeqc: un catastrofista.

François, alterego di Houellebeqc, insegna letteratura all’università ed è ossessionato da due cose: il sesso e lo scrittore Huysmans.

In tutte le 250 pagine del romanzo l’argomento fisso sono le donne. Le donne, quando sono occidentali, di giorno si vestono sexy “perché – scrive Houellebeqc – è in gioco il loro status sociale; mentre la sera sono libere di afflosciarsi e trascurarsi”, al contrario delle saudite – o delle donne musulmane in generale – coperte dalla testa ai piedi di giorno e di notte, invece, libere di osare, indossando biancheria intima provocante.

François si perde in descrizioni meticolose dei rapporti che ha con Myriam – ebrea francese che sceglie di trasferirsi in Israele con la famiglia, quando è nell’aria l’avvento di un governo guidato dai Fratelli Musulmani di Francia – e con le numerose prostitute, spesso marocchine, che incontra per colmare la sua inesauribile sete. Di contorno alla vita di questo misantropo meteoropatico, che analizza il mondo intorno a lui citando costantemente Huysmans, come fosse la Bibbia, c’è una Francia impegnata nelle elezioni del 2022. Il Fronte Nazionale, guidato da Marine Le Pen, vince le primarie, seguito dal partito dei Fratelli Musulmani, guidato da un personaggio scaltro, Mohamed Ben Abbes - figlio di immigrati originari del Nord Africa che ha studiato in Francia e ha fondato un partito omonimo a quello nato in Egitto nel 1928.

È proprio la furbizia di Ben Abbes, capace di vendersi come un leader illuminato, che invita a non aver paura dell’Islam, a far sì che il dibattito interno al partito socialista, uscito sconfitto dall’elezioni, faccia vincere la corrente “antirazzista” contro quella “laica”, ostile a un’alleanza elettorale con gli islamisti.

In questo scenario di fantapolitica, Michel Houellebeqc fa di tutta l’erba un fascio. Nel suo romanzo non esistono voci dissidenti, magari appartenenti al mondo musulmano francese. Tutto è un monolite, come sempre. Ben Abbes, in sostanza, rappresenta le generazioni nate da immigrati musulmani cresciute in Europa, dalle quali è sempre meglio diffidare perché quando ci dicono di non aver paura, di dialogare, ci vogliono fregare: vogliono sottometterci. L’Islam rappresentato da Houellebecq è una religione in linea con l'immagine del mondo che ha François: una fede che legittima la poligamia - anzi la incentiva e che conduce, inevitabilmente, a creare tanti bordelli casalinghi.

In conclusione e senza smentirsi, sarà per placare i suoi impulsi sessuali irrefrenabili - e per incentivi economici - che François sceglierà di convertirsi all’Islam.

“Sottomissione” è destinato ad infoltire la schiera di libri costruiti intorno a stereotipi e inneggianti alla paura verso l’altro. Se Houellebeqc avesse letto qualche libro di Amin Maalouf o un saggio di storia di Albert Hourani, forse la sua visione dell’Islam cambierebbe e l’enorme massa di stereotipi da lui elencati sarebbe solo un brutto incubo.

Con i guadagni, altissimi, derivanti dalle vendite di questo libro mi permetto di dare un consiglio all’autore: viaggia!

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