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Teologhe musulmane femministe

di Jolanda Guardi, Renata Bedendo Effatà Editrice, Cantalupa (To), 2009

"Se gli integralisti si lanciano nella guerra santa agli infedeli, le teologhe musulmane si scatenano nel gender jihad e cioè nella lotta per la giustizia di genere perché per secoli 'la giustizia e la piena dignità umana concesse da Dio sono state ignorate o abusate'.
A dichiararlo è la teologa - musulmana e statunitense - Amina Wadud, che aggiunge: 'La storia di un'interpretazione e una codificazione dell'Islam androcentriche e quasi esclusivamente maschili non ha quasi per nulla riconosciuto l'importanza del contributo delle donne". Armina Wadud è soltanto una delle protagoniste dell'interessante e valido saggio Teologhe, musulmane, femministe dell'arabista Jolanda Guardi e della teologa Renata Bedendo. Le altre sono Asma Barlas, Nimat Hafez Barazangi, Aziza al-Hibri, Ghazala Anwar e Asma Lamrabet. Pur avendo alcuni punti in comune, tra cui il Corano come punto di partenza e il forte impegno nel sociale, ogni teologa si caratterizza per un approccio originale senza dimenticare che l'Islam non è l'unica variabile a determinare la condizione delle cittadine nei Paesi a maggioranza musulmana. La teologia femminista musulmana si inserisce così nel ripensamento femminista della teologia e muovendosi all'interno del sistema, riscrive l'esegesi coranica, spiega Jolanda Guardi, docente di lingua araba a Milano. E cita Asma Barlas che insegna alI'Ithaca College, negli Stati Uniti, e ritiene che i musulmani possono e debbano 'leggere il corano come un testo liberatorio e contrario al patriarcato senza che questa lettura sia vincolata al genere del lettore'.
Ghazala Anwar affronta invece la tematica da un'altra prospettiva, introducendo nel dibattito la questione degli omosessuali e rivendicando il loro diritto di vivere la propria appartenenza all'Islam. Un tabù, questo dell'omosessualità, che le è costato la cattedra in Pakistan e l'ha portata a optare per un ateneo in Nuova Zelanda. Segno che non sempre il Jihad di genere si può combattere in prima linea.


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