Al centro di questo libro quasi cento lettere scambiate tra il 1938 e il 1943 tra Siegmund Klein, avvocato ebreo di Colonia, rifugiatosi ad Amsterdam dopo la “Notte dei cristalli” e destinato a perire nella Shoà come la moglie Helene e il figlio ventiduenne Walter, e la figlia Ilse (Colonia 1913 – Milano 2001). Quest’ultima, costretta ad emigrare a Parigi già nel 1933, si salverà alla fine in Svizzera col marito milanese Piero Sacerdoti, sposato a Marsiglia nel 1940, e il figlio neonato Giorgio, l’autore di questo libro. Il fortunoso passaggio della famigliola in Svizzera, con nonni e zia, nella notte del 20 novembre 1943, proprio mentre il convoglio con Siegmund arrivava ad Auschwitz, è uno dei punti più emozionanti della narrazione.
Da un lato i sommersi, dall’altro i salvati, un rapporto di amore famigliare che si snoda nella Europa in guerra tra Germania, Olanda, Francia, Italia e Svizzera, alternando angosce e speranze. L’Autore inquadra il carteggio, ricuperato dopo oltre sessant’anni, nelle vicende di quegli anni, dando una prospettiva di ampio respiro all’intera vicenda.
Il libro con il carteggio è stato pubblicato in lingua originale tedesca da Prospero Verlag di Munster nel 2010, Falls wir uns nicht wiedersehen, da una frase dell’ultima lettera di Siegmund prima della deportazione:
«Nel caso non ci rivedessimo, cara Ilse, pensa sempre che l’Inno alla Gioia inizia con “Gioia, bella scintilla divina”, ma si chiude con “Saldo coraggio quando la sofferenza è grande”!»
Giorgio Sacerdoti (Nizza 1943) è professore di diritto internazionale all’Università Bocconi e avvocato a Milano. Dal 2001 al 2009 è stato giudice alla Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) a Ginevra. È stato presidente della Comunità ebraica di Milano ed è attualmente presidente della Fondazione CDEC – Centro di documentazione ebraica contemporanea.