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I film al Festival del cinema di Venezia

i nostri consigli

Il festival dell'arte cinematografica di Venezia giunge quest'anno alla sua 73° edizione, un'edizione che si presenta ricca di nomi illustri e sorprese interessanti.

Per quanto riguarda i lungometraggi in gara, facile prevedere come la corsa al Leone d'oro riguardi i nomi più importanti presenti quest'anno. Da Wim Wenders con il suo Les Beaux Jours d'aranjuez con Reda Kateb e Sophie Semin, nel quale il grande regista tedesco affronta il tema dell'amore, dei rapporti di coppia e tra i due sessi, fino all'attesissimo Voyage of time di Terrence Malick in cui il regista più visionario del cinema propone uno dei suoi film più sperimentali e audaci, un viaggio che ripercorre dalla nascita alla morte la storia dell'universo sconosciuto. Molti altri i candidati con speranza di successo come Emir Kusturica con il suo Sulla via lattea, nel cast anche Monica Bellucci, oppure Derek Cianfrance con The light between the oceans che vede come protagonista il grande Micheal Fassbinder. Interessanti i film italiani in concorso tra cui sembra avere ottime possibilità Giuseppe Piccioni con il suo Questi giorni, storia di un amicizia tra quattro ragazze universitarie in procinto di prendere scelte importanti per le loro vite o il film documentario del duo milanese Massimo D'Anolfi e Martina Parenti che con il loro Spira Mirabilis affrontano il tema del mistero dell'esistenza attraverso i quattro elementi naturali.

Ma volendo indicare titoli più affini alle tematiche care a noi di Gariwo e soprattutto ai nostri affezionati lettori, ci sentiamo di segnalare altre pellicole che si prospettano molto interessanti.

Arrival di Denis Villeneuve con Amy Adams, Jeremy Renner e Forest Whitaker, nel quale si affronta il non nuovo tema delle invasioni aliene che in questo film viene però trattato da un prospetto diverso, ossia quello di capire se ci sia possibilità di dialogo, se gli sconosciuti visitatori siano venuti in guerra o in pace, conoscere il diverso. Tema che nel mondo di oggi, stravolto da nuove e continue ondate migratorie, può assumere una valenza metaforica importante. Quindi El cristo ciego di Christopher Murray nel quale il protagonista è un uomo che, credendo di aver ricevuto una benedizione divina, pensa di avere poteri guaritori con cui vorrebbe salvare un amico morente. Additato come un pazzo dai suoi concittadini, l'uomo intraprenderà questo lungo viaggio attraverso il deserto cileno per realizzare la sua missione; durante il tragitto incontrerà storie e personaggi e soprattutto un grandissimo bisogno di fede, una diffusa e disperata esigenza di poter credere in qualcosa. Il terzo titolo che ci sentiamo di suggerire è il film di Andrei Konchalovsky Rai – Paradise nel quale le storie di tre personaggi si incrociano nel terribile contesto della seconda guerra mondiale: Olga, una ex aristocratica russa, divenuta collaboratrice della Resistenza francese, Jules, un giovane partigiano ed Helmut, ufficiale delle SS. Un film che vuole essere monito per l'uomo di oggi, trasmettere l'importanza di non disperdere la memoria storica, unico antidoto per evitare che certi orrori possano ripetersi in futuro.

Ma è soprattutto tra i film fuori concorso che si possono trovare ottimi spunti di riflessione riguardo il tema della guerra, dell'intolleranza, dell'attuale scontro fra civiltà, o storie di personaggi che con le loro scelte hanno tentato di cambiare, in meglio, questo mondo. Dopo dieci anni dall'uscita di Apocalypto, riecco alla regia Mel Gibson con il suo Hacksaw Ridge, la storia vera di Desmond Doss, il primo obiettore di coscienza che venne insignito della medaglia d'oro dal Congresso americano. Doss, durante la terribile battaglia di Okinawa, salvò settantacinque vite senza sparare un singolo colpo, contrario, com'era, alla violenza e all'uso delle armi.

The Journey di Nick Hamm invece narra del viaggio, effettuato dieci anni fa, dai leader delle due opposte fazioni politiche irlandesi: Ian Paesley (Timothy Spall) e Martin McGuinness (Colm Meaney). Un film che vuole mettere in risalto la capacità e soprattutto lo sforzo di questi due uomini di accantonare i propri attriti e divergenze ideologiche per cercare di trovare una via alternativa alla violenza: il dialogo ed il compromesso.

Quindi segnaliamo quattro documentari, sempre nella sezione fuori concorso: Assalto al cielo di Francesco Munzi nel quale, attraverso un imponente lavoro di archivio, si ricostruiscono gli anni di piombo, con il loro terrorismo politico, le lotte studentesche, sogni, illusioni e delitti di un periodo cui forza esplosiva si è andata via via spegnendo nel corso degli anni. Our War di Bruno Chiaravalloti, Claudio Jampaglia e Bendetta Argentieri racconta invece la storia di tre ragazzi, un italiano, un americano ed uno svedese, che hanno lasciato tutto per unirsi ai curdi nella guerra contro l'Isis. Un film di una drammatica attualità su uno dei temi più sentiti e importanti del nostro tempo.

Austerlitz di Sergei Loznitza è un toccante docu-film sul tema della memoria. Ispirato al romanzo di W.G. Sebald, Austerlitz vuole puntare l'attenzione su quei luoghi che oggi sorgono laddove, in un non troppo lontano passato, si ergevano i campi della morte. Cosa significano oggi questi luoghi? cosa vi cercano le migliaia di persone che ogni giorno si accodano per poterli visitare? Più che un film, una grande riflessione sulla questione della memoria, non solo nella sua importanza ma soprattutto nel suo intrinseco significato.

American anarchist è in sostanza una lunga intervista, inframezzata da immagini di repertorio, a William Powell, il cattivo ragazzo d'America che nel 1970 scrisse e si vide pubblicare The anarchistcookbook. Ai tempi Powell era un ragazzo ribelle e anticonformista, cresciuto con un educazione bigotta e oppressiva, questo suo libro provocatorio voleva essere un urlo contro quella società chiusa nella quale si era sempre sentito costretto. Contrario alla guerra del Vietnam, nella quale rischiava di essere invischiato come tutta la sua generazione, Powell in questa sorta di ricettario mescolava teoremi politici finalizzati alla distruzione della società capitalista esistente, con informazioni pratiche su come fabbricare bombe e quant'altro potesse servire ad un terrorista dilettante. Nonostante lo scalpore del tempo il libro ha venduto milioni di copie ma oggi Powell è additato da molti come l'ispiratore di tante stragi avvenute negli Usa, su tutte la madre di tutte le stragi, quella di Colombine. Come detto il film è una lunga intervista di Charlie Siskel con quest'uomo che, dopo quasi cinquant'anni, oggi appare per quello che è: un mite cittadino, costretto ad espatriare, che non ha più nulla a che vedere con quel giovane e sfrontato mitomane.

Concludiamo con la categoria Orizzonti di cui accennavamo in apertura, tre i film che qui ci sentiamo di segnalare: Through the wall, una commedia della regista israeliana Rama Burshtein nella quale, attraverso una storia leggera, si vuole raccontare dei costumi e delle tradizioni dell'ortodossia ebraica. White sun di Deepak Rauniaar, la storia di un guerrigliero maori che, in seguito alla morte del padre, sarà costretto a tornare nel suo villaggio natale sulle montagne del Nepal; qui troverà solo diffidenza e avversione e nessuno disposto ad aiutarlo nel trasportare il cadavere al fiume per la cremazione. Concludiamo con Malaria di Parviz Shahbazi, una storia ambientata nell'Iran di oggi dove una ragazzina finge di essere stata rapita per poter utilizzare il riscatto, pagato dal padre, e organizzare la fuga con il ragazzo che ama, un giovane musicista di strada. Un film sulle contraddizioni tipiche di questa società sempre in bilico tra voglia di progresso e modernità e le rigide chiusure della tradizione islamica.

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