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Appello agli eurodeputati italiani

Gabriele Nissim scrive al Corriere

Il Presidente di Gariwo, la foresta dei Giusti Gabriele Nissim ha scritto una lettera aperta al Corriere della Sera per invitare gli europarlamentari del nostro Paese a firmare la Dichiarazione scritta per una Giornata europea dei Giusti. 
Mi appello a tutti gli eurodeputati italiani affinché compiano a Strasburgo uno sforzo personale per ottenere l’approvazione della dichiarazione scritta n.3 che chiede l’istituzionalizzazione di una giornata europea in memoria degli uomini giusti che si sono distinti durante i peggiori crimini contro l’umanità. Per la prima volta nella storia il concetto di “giusto”, nato a Yad Vashem, per merito di Moshe Bejski e Moshe Landau, per ricordare chi ha salvato degli ebrei durante la Shoah, può diventare un riferimento universale per valorizzare gli uomini che sono stati capaci di difendere la dignità umana durante tutti i genocidi e i totalitarismi. Mai come in questa occasione un elemento fondante della memoria dell’Olocausto può diventare patrimonio di tutta l’umanità per indicare gli individui che si assumono una responsabilità personale nella prevenzione di un male estremo.

Fino ad ora la mozione ha ottenuto l’approvazione di ben 265 deputati e per raggiungere la maggioranza ce ne vogliono ancora 110. È sufficiente che in quest’ultima e decisiva sessione, che si tiene dal 17 al 20 aprile, ognuno dei 73 deputati italiani convinca almeno due colleghi europei per portare a buon fine una proposta morale che fa onore al nostro Paese. Ci vuole soltanto un po’ di buona volontà ed il piacere di sentirsi messaggero di una proposta universale nel parlamento europeo. L’Italia è il paese che celebra in modo più profondo le giornate della memoria e può dare un contributo importante nella comunità.
Di fronte alla crisi economica che attraversa l’Europa, ed in particolare il nostro paese, può anche sembrare che questa mozione sia un argomento del tutto secondario e che ci siano altre priorità per i deputati italiani che ci rappresentano nel parlamento europeo.
Obiezioni non ne mancano a Strasburgo. Alcuni osservano che sono troppe le giornate della memoria e che è del tutto sufficiente quella del 27 gennaio dedicata al ricordo della Shoah. Altri ritengono che bisogna avere gli occhi rivolti al futuro e che ricordare avvenimenti e storie che sono state tante volte raccontate possa diventare un inutile rituale. Altri, come alcuni deputati spagnoli e romeni, temono che ricordando il genocidio armeno si possano creare delle pericolose tensioni con la Turchia. Una parte della sinistra, invece, come ad esempio i deputati della sinistra radicale greca, preferiscono rimuovere le storie degli uomini che si sono opposti al comunismo sovietico, non considerando ancora quel sistema un totalitarismo. Ma l’obiezione più importante, anche se meno appariscente, è quella dei deputati verdi tedeschi o di alcuni inglesi che ritengono che parlare di giusti significhi sbilanciarsi politicamente verso Israele ed introdurre un concetto di parte. “ Bellissima l’idea, mi dice il deputato inglese Newton, ma la parola giusto è troppo ebraica ed io sono laico e non voglio che si usi un termine religioso e connotato politicamente.” Affiorano cosi pregiudizi di antica memoria di quanti non amano troppo alcuni valori ebraici e vedono dappertutto la mano invisibile di Israele.
Di fronte a tutte questi ostacoli diventa molto importante l’opera di convincimento dei deputati italiani.
Non si tratta infatti di chiedere un’ ennesima ripetizione delle giornate della memoria, ma di formulare un approccio completamente diverso nei confronti della storia europea. Ricordare per la prima volta nella comunità gli uomini che sono stati capaci di fare del bene nelle situazioni estreme significa valorizzare gli individui piccoli e grandi che con il loro coraggio sono stati il fondamento della costruzione morale dell’Europa. Chi ha salvato delle vite durante il nazismo, come chi ha lottato per la verità e la democrazia durante il totalitarismo sovietico, o chi ha cercato invano di prevenire e di denunciare i genocidi in Armenia ed in Rwuanda, come gli italiani Gorrini ed Antonio Costa, è stato il portatore dei valori più alti della nostra identità europea che esalta il rispetto della pluralità umana, il ruolo irriducibile dell’individuo e il significato profondo della responsabilità personale.
Tutti noi possediamo una prerogativa che nessuno ci può togliere: è il potere di ciascuno nei confronti di se stesso, l’unica cosa che anche il più impotente di noi possiede ed è al tempo stesso l’unica cosa che nessuno, nemmeno il più feroce dei dittatori, potrà mai portarci via.
La memoria del bene trasmessa alle nuove generazioni è il fondamento di una speranza realista per il futuro dell’Europa: mostra che non esiste mai un determinismo nella Storia, ma che ogni persona , in qualsiasi ambito sociale o professionale, ha sempre la possibilità di intervenire con la sua coscienza nei momenti più difficili e di spingere gli avvenimenti in una direzione inaspettata.
Con questi valori che hanno portato alla caduta dei totalitarismi si possono anche oggi superare le difficoltà politiche ed economiche della comunità europea.
Ecco la grande attualità dei giusti e l’importanza di un impegno attivo degli eurodeputati italiani.

Gabriele Nissim

Analisi di Gabriele Nissim, Presidente Fondazione Gariwo

16 aprile 2012

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