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Comunicato di Gariwo

Una nota in seguito all'ultimo editoriale di Antonio Ferrari

L’articolo di Antonio Ferrari, Le resistenze dei tradizionalisti. Papa Francesco in Iraq per un mondo “inclusivo” senza muri (pubblicato lunedì 8 marzo sul sito del "Corriere della sera”), usa delle espressioni offensive, generalizzanti e distorcenti la realtà, nei confronti di un’istituzione prestigiosa come Yad Vashem e verso quegli ebrei che chiama “tradizionalisti, nazionalisti, ottusi e bacchettoni”. Yad Vashem è sempre stata per la Fondazione Gariwo un riferimento, tanto che a esso e a Moshe Bejski, abbiamo dedicato la Giornata dei Giusti dell’umanità, e siamo consapevoli che in questa istituzione esiste un ricco dibattito con diversi punti di vista.

La Fondazione Gariwo è un’istituzione che raccoglie assieme persone di diverse idee, convinzioni politiche e religiose, col fine di far conoscere e onorare i Giusti di tutto il mondo. Ognuno è ovviamente libero di esprimere le proprie opinioni personali, ma il linguaggio usato da Ferrari è in questo caso diverso dalla nostra concezione, perché non amiamo le contrapposizioni e non ignoriamo la ricchezza e la varietà di posizioni all’interno del mondo ebraico.

Il nostro spirito è infatti sempre quello di spingere al dialogo, anche quando si affrontano i problemi nuovi e complessi del nostro difficile tempo che crea spesso pesanti lacerazioni.

Con il suo articolo, Ferrari è intervenuto contro un clima polemico che da alcuni mesi si è focalizzato in attacchi alla Fondazione Gariwo e ai Giardini dei Giusti. Attacchi che mettono in discussione la Giornata dei Giusti (6 marzo), che è stata approvata dal Parlamento Europeo e dal Parlamento italiano, e fraintendono volutamente le nostre posizioni, accusandoci di avere una concezione dei Giusti impropria e addirittura anti “israeliana”, quando invece si è realizzato in Italia e nel mondo uno straordinario lavoro di educazione alla democrazia, alla responsabilità, alla lotta all’antisemitismo e alla prevenzione dei genocidi.

Ferrari ha usato espressioni che generano stereotipi e per questo vanno discusse, ma si deve riconoscere il suo importante lavoro editoriale al Corriere della Sera per le Giornate della Memoria, il suo sostegno per il Memoriale della Shoah di Milano quando ancora era agli inizi e il suo impegno a sostegno della Senatrice Liliana Segre, quando la sua vicenda era ancora sconosciuta al largo pubblico.
Auspichiamo che si possa ritornare a un sereno di dibattito e confronto, superando un clima di denigrazione e di ostilità preconcetta che fa solo del male a tutti.

9 marzo 2021

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