La proposta di Nando Dalla Chiesa di onorare nel Giardino dei Giusti di Milano anche coloro che si sono opposti al potere mafioso, affronta un nodo cruciale della tematica che ci siamo sforzati di sviluppare in questi anni di intensa attività del Comitato Foresta dei Giusti. Già il 4 dicembre 2008 avevamo accolto con gioia una delegazione di “Libera” - l’associazione di Don Ciotti che si batte contro tutte le mafie - al Giardino del Monte Stella, in occasione della giornata di chiusura di “Carovana antimafie”, ripromettendoci di approfondire – come Comitato - l’analisi sul legame tra resistenza morale ai totalitarismi e resistenza alla mafia. Ne è scaturito un documento di prossima pubblicazione su questo sito, che ci auguriamo possa rappresentare, oltre che una risposta propositiva al nostro amico Nando, un concreto e utile spunto di riflessione.
Alcuni di noi si sono occupati di mafia negli anni ’80 e ’90, partecipando attivamente a quello straordinario risveglio della società civile seguito alle stragi di funzionari dello Stato – magistrati e forze dell’ordine innanzitutto – culminate nell’assassinio del padre di Nando, giunto a Palermo da prefetto, scelto – si credeva – come la figura più rappresentativa dell’autorità dello Stato e della sua volontà di contrastare il fenomeno mafioso; in realtà usato come vittima sacrificale di un intreccio perverso di interessi inconfessabili della politica. Stragi rinnovatesi nel tragico epilogo di Capaci e via D’Amelio.
Il nostro percorso di approfondimento sul tema dei Giusti, nel confronto con le diverse esperienze storiche dei genocidi; le varie riflessioni costruite intorno a queste figure esemplari e più in generale sugli aspetti unificanti della resistenza alle violazioni dei diritti umani; l’incontro con i giovani, il loro interesse per la problematica della responsabilità personale e il messaggio universale che scaturisce dall’esame dei comportamenti umani di fronte alle persecuzioni, alla negazione della libertà e della dignità; tutto ciò ci ha condotti ad affrontare argomenti legati alla nostra condizione attuale, di uomini e donne immersi in un mondo afflitto da nuovi conflitti, da nuovi massacri, da rinnovate barbarie. La mafia è uno di questi, e lo è al punto da spingerci a definirla un potere totalitario paragonabile a quello dello Stato che opera un genocidio: nel caso della mafia, infatti, siamo di fronte alla distruzione del tessuto sociale in modo tanto profondo da minare le stesse condizioni di sussistenza del vivere civile.
Per questo riteniamo importante affrontare questo parallelismo tra la resistenza morale ai totalitarismi e quella di chi ogni giorno, nella difficile lotta per la sopravvivenza su un territorio controllato dalle cosche, ha la forza di reagire al loro dominio. Anche noi, quindi, ci auguriamo e ci impegneremo perché in futuro l’Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano - di cui facciamo parte - voglia onorare al Monte Stella i “resistenti alla mafia”. Non solo. Ci impegneremo perché vengano creati in ogni parte d’Italia i “Giardini dei Giusti contro la mafia” per sostenere coloro che difendono il diritto alla pacifica convivenza dei cittadini sul proprio territorio.
Se la mafia è annientamento della società civile, rendere omaggio ai “Giusti contro la mafia” è un nostro dovere inderogabile.
Creiamo i "Giardini dei Giusti contro la mafia"
editoriale di Ulianova Radice

Analisi di Ulianova Radice, cofondatrice di Gariwo - la foresta dei Giusti
19 ottobre 2011
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