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Gariwo Magazine

​Cura del corpo e dell’anima di fronte al Coronavirus

di Gabriele Nissim

La ragion d’essere di Gariwo è stata quella di rileggere la storia a partire da chi si è assunto una responsabilità nelle situazioni di emergenza, mostrando la possibilità dell’uomo di essere sempre un argine contro il male attraverso scelte che se non cambiano il mondo, comunque permettono di salvare l’umanità nello spazio limitato in cui ognuno è sovrano.
Abbiamo cercato di spiegare, come aveva intuito Primo Levi, che il male estremo non esiste in un altro pianeta, ma che i nostri comportamenti, anche in una società democratica, possono sempre determinare il futuro. Il bene e il male sono una scelta dell’individuo, perché le degenerazioni estreme non avvengono mai in un'isola separata da tutto il resto.

Abbiamo raccontato e valorizzato i Giusti non perché ci insegnano cosa fare nelle catastrofi, ma perché le loro vite possono diventare un punto di riferimento per un comportamento virtuoso nella nostra vita quotidiana. Noi evitiamo il male se siamo in grado di cogliere i suoi germi premonitori e se ognuno di noi è capace, con le sue parole e con le sue azioni, di costruire un'isola di bene in tutte le sue relazioni. È questo il senso dell’eredità morale che raccogliamo dai Giusti.

Alla vigilia del 6 marzo, che quest'anno abbiamo dedicato alla responsabilità globale di fronte della salvezza del pianeta, ci siamo trovati improvvisamente “gettati” in una situazione inaspettata che nel giro di pochi giorni ha cambiato le nostre vite.
Le misure di prevenzione nei confronti del Coronavirus hanno improvvisamente limitato il nostro spazio di libertà e di movimento e hanno creato panico e paura, perché di fronte ad una malattia che per ora non possiamo prevenire con un vaccino tutti abbiamo avvertito la fragilità della nostra esistenza.

In questo contesto può sembrare che tutto possa dipendere esclusivamente dal lavoro dei medici, dalle informazioni dei virologi o dalle indicazioni delle amministrazioni. Questa è una parte fondamentale, ma c’è un ambito etico in cui ognuno di noi è chiamato alla responsabilità nella sua vita quotidiana.
Seguire con cura le misure igieniche non significa solo avere cura di sé, ma diventare responsabile verso gli altri.
Ognuno di noi nel suo piccolo può diventare un argine nei confronti della malattia, accettando con serenità le restrizioni e dicendo la verità qualora avesse un sospetto sulla propria salute.

Ma non c’è solo l’igiene del nostro corpo: c'è anche quello della nostra anima, come direbbe Etty Hillesum. La paura può generare mostri e intolleranze. Lo abbiamo visto quando si sono guardati con sospetto i cinesi che vivono nel nostro Paese, o quando in alcune regioni o persino sugli aerei si è ritenuto che i milanesi dovessero venire messi immediatamente in quarantena perché percepiti come portatori del virus.
Non c’è una regola precisa, ma dobbiamo agire immediatamente per evitare meccanismi di esclusione che nascano dalle nostre paure irrazionali. La cultura del nemico rischia infatti di diventare l’effetto indiretto del virus.

La cura dell’anima oggi significa aprirsi alla solidarietà con la consapevolezza che tutte le difficoltà possono essere affrontare con un agire comune.
Dobbiamo vincere la paura dentro di noi e ricordarci che il rischio peggiore non è una malattia, che per l’80% dei casi sarà soltanto una lieve influenza, ma è quello di isolarci e rinunciare alla vita. Saremo molti più forti se continueremo con passione le nostre attività, se continueremo a leggere libri, svilupperemo le nostre amicizie. È il gusto della vita la terapia migliore contro ogni forma irrazionale di ansia che ci immobilizza, come è accaduto in situazioni ben più gravi di questa. 

Oggi i custodi migliori della nostra società, assieme ai medici negli ospedali, sono coloro mettono un freno alla paura e ci richiamano alla bellezza della vita.
La vera sfida non è quella di cercare un rifugio, ma di moltiplicare le nostre energie per realizzare più progetti. Gli stoici insegnavano che il riconoscimento della propria fragilità era lo stimolo maggiore per apprezzare la vita ogni giorno e per trovare il piacere di amare gli altri che hanno il nostro stesso destino.

Dobbiamo mettere a tacere chi è tentato, nell’agone politico, di usare questa emergenza per una resa dei conti ai propri fini di parte.
Oggi si tratta prima di tutto di sentirsi tutti responsabili di fronte a delle scelte che si fanno giorno per giorno e il primato della ragione e della competenza dovrebbe guidare l’azione politica. Ogni cittadino dovrebbe essere chiamato a bloccare chi utilizza il Coronavirus per lanciare messaggi di odio e di contrapposizione.

Dalla sfida a questa epidemia la nostra società può crescere moralmente e diventare più responsabile.
Il Coronavirus, riportandoci alla consapevolezza della nostra fragilità umana, ci fa comprendere che nel mondo globalizzato di oggi le contrapposizioni, le divaricazioni, i nazionalismi sono soltanto un'illusione che non porta da nessuna parte. L’epidemia può essere vinta solo attraverso una concertazione internazionale dove la ricerca scientifica ha un valore fondamentale. 

Ciò ci richiama ad un’altra grande sfida: la responsabilità globale per la salvezza del nostro pianeta di fronte ai cambiamenti climatici.
Oggi in Italia ci siamo resi improvvisamente conto che senza la competenza, scientifica e medica non si può sconfiggere una malattia e nemmeno guidare un Paese.
Questa esperienza ci dovrebbe portare ad ascoltare le voci degli scienziati che ci spingono ad agire con determinazione per scongiurare l’innalzamento dei mari.
Quando abbiamo pensato ai temi da proporre per la Giornata dei Giusti 2020, per la prima volta nella nostra storia abbiamo legato il tema della lotta contro l’odio a quello della difesa del pianeta.
Abbiamo voluto ricordare i Giusti che salvaguardano i diritti umani insieme agli scienziati che si occupano del clima.

L’esperienza del Coronavirus ha reso attuale in modo sorprendente il legame tra l’etica e la scienza nel mondo di oggi.
Sentirsi responsabili nei confronti dell’altro, prevenire l’odio, affrontare assieme le malattie e curare il pianeta è oggi il compito di ogni abitante di questa terra.

Gabriele Nissim

Analisi di Gabriele Nissim, Presidente Fondazione Gariwo

26 febbraio 2020

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