Gariwo
https://it.gariwo.net/magazine/editoriali/foreign-fighters-nell-isis-da-cento-nazioni-12685.html
Gariwo Magazine

Foreign Fighters, nell'ISIS da cento nazioni

di Elisabetta Rosaspina

In una sola, ordinaria giornata di controlli, all’inizio di aprile, l’intelligence turca ne ha intercettati quattordici, al confine con la Siria: nove britannici, quattro russi e un francese. Le retroguardie. Prima di loro, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, ne erano già partiti 25 mila, con passaporti di cento nazioni diverse. Seimila, europei. In nove mesi, tra la metà del 2014 e marzo 2015, gli arruolamenti sarebbero aumentati del 71%. Sono calcoli approssimativi, ma dimostrano che buona parte dell’esercito del Califfato è composto da foreign fighters. Meno di uno ogni cento, sempre secondo stime di massima, sceglie il fronte opposto, le milizie dei curdi siriani (YPG, Unità di protezione popolare), celebrati nella lunga battaglia per la riconquista della martoriata Kobane.

Ma le bandiere nere, e un po’ corsare, dell’Isis eccitano le fantasie, spesso poco più che adolescenziali, attraverso le stentoree messe in scena, la scelta delle colonne musicali e dei costumi, le studiate inquadrature dei registi della jihad. I reclutatori on-line premono sapientemente i tasti giusti per motivare i soldati di ventura 2.0: qui c’è un costoso kalashnikov che vi aspetta, una causa per cui battervi, donne e denaro per ricompensarvi, nel caso il paradiso non bastasse, e una società giusta che vede in voi degli eroi, uomini veri pronti al martirio, se necessario. Comunque vada, sarà il vostro trionfo. Che cosa fate ancora lì? Che cosa aspettate a entrare nel film?

Lunel, una cittadina di 26 mila abitanti, nel sud della Francia, a metà strada fra Nimes e Montpellier, è diventata – suo malgrado – il campione per le analisi di un fenomeno che ha colpito pesantemente la Francia con 1.450 arruolati, on line, nelle carceri o con il passaparola, partiti da tutto il paese per la Siria e l’Iraq dall’ottobre del 2013. Venti musulmani, in meno di un anno, sono stati sedotti proprio a Lunel dal pifferaio magico dell’Isis. Tra loro c’erano, come prevedibile, giovani disoccupati e qualche fanatico, ma anche quieti padri di famiglia, un barista, il figlio convertito di un ingegnere ebreo, quattro ragazze. Un gruppo eterogeneo quanto le ragioni che, probabilmente, hanno determinato le partenze. Sei delle quali già senza umana possibilità di ritorno.

Ma sono i sopravvissuti, e probabili futuri reduci, a popolare gli incubi delle polizie occidentali: la Digos, così come il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, si mostrano molto scettici sulla possibilità che rimpatrino mimetizzati tra i migranti sui barconi. Però i superstiti tornano o torneranno. Magari delusi, in qualche caso pentiti, in molti altri ancora impregnati del loro delirio di onnipotenza, incattiviti. E addestrati. In Tunisia, avamposto del via vai salafita con la Libia, e fornitore di almeno tremila combattenti dal 2011 (ma secondo l’avvocato Hazem Ksouri, che assiste le famiglie dei jihadisti, la cifra va triplicata), la legge vieta loro il ritorno. Pura formalità. In seicento hanno già fatto dietro front, qualcuno è finito in galera, la maggioranza vive nascosta ai confini. E a proposito di frontiere, chi suda freddo adesso è la Turchia, che a sud confina per 400 chilometri con il territorio controllato dai tagliagole del califfo. Ankara ha capito di aver sbagliato chiudendo un occhio quando tanti volontari in transito verso la Siria sembravano una provvidenziale armata internazionale contro il regime di Bashar al Assad: “I nemici del nostro nemico non sempre sono nostri amici” è la conclusione cui sono giunti i servizi d’informazione, ora molto più cooperativi con i loro omologhi occidentali.

Elisabetta Rosaspina

Analisi di Elisabetta Rosaspina, giornalista, già inviata del Corriere della Sera

14 aprile 2015

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!

Scopri tra gli Editoriali

carica altri contenuti