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Ho rivisto mio figlio in ognuno di loro

di Costantino Baratta

Costantino Baratta al Giardino di Milano

Costantino Baratta al Giardino di Milano

Riportiamo di seguito il discorso di Costantino Baratta alla cerimonia del 14 marzo al Giardino dei Giusti di Milano, durante la quale è stato onorato per aver salvato 12 eritrei strappandoli al mare durante il terribile naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013. 

Buongiorno a tutti,

Vivo a Lampedusa da 30 anni, un’isola perla del mediterraneo che da sempre è simbolo di accoglienza e ospitalità verso chi arrivava dal mare, e in questo pezzo di terra vede approdo e speranza.

Sono molto emozionato e onorato di far parte del Giardino dei Giusti e di essere simbolicamente un ramo di questo albero.

Voglio comunque dirvi che farei nuovamente quello che, da quell’alba del 3 Ottobre del 2013, ancora vive dentro me e feci insieme al mio amico Onder. Ancora mi ricordo gli occhi sgranati e le mani alzate in cerca di aiuto… Mentre eravamo fermi per soccorrerli, molti di loro ancora in acqua ci guardavano con occhi terrorizzati. Capivo che temevano che li abbandonassimo in mare. Cercavo allora di tranquillizzarli dicendo “stati calmi, vi prendiamo tutti, non lasciamo nessuno”.

Aiutare il prossimo fratello in difficoltà è nel mio essere. Ho un figlio, che adoro, e lo rivedo in ogni ragazzo. Vi posso dire che tutti gli undici giovani e quella ragazza mi hanno dato tanto, niente di materiale…ma mi hanno arricchito…anche solo un sorriso può bastare a colmare il cuore di gioia e pace interiore.

Sono passati tanti anni e con alcuni di loro ci sentiamo ancora oggi, comunichiamo tramite messanger. Robel ha già un figlio che si chiama Natan e anche Adamon. Siamo felici perché dopo tante sofferenze hanno finalmente trovato la loro strada.

Non li dimenticheremo mai, per me e mia moglie fanno parte della nostra famiglia. Anche Luwam, che a settembre è venuta per il matrimonio di mio figlio Francesco, che per lei è come un fratello. Luwam è l’unica ragazza che ho salvato, la stavamo lasciando in mare perché ci avevano detto di pensare solo ai vivi…Pensavamo che fosse morta, ma lei ha avuto la forza di alzare la mano e dire con un filo di voce help me, help me”…

Invece Tadesse, un ragazzone di un metro e novanta, l’ho issato a bordo prendendolo per la cintura dei jeans quando era a faccia in giù verso il mare e sembrava già morto. Non so dove ho trovato la forza per tirarlo su…

Il nostro più grande desiderio sarebbe quello di poter un giorno andare a trovarli in Svezia. Il più grande rammarico invece è quello di non essere usciti prima quel giorno, come facevamo di solito, verso le 6, all’alba, anziché alle 7. Ne avremmo salvati il doppio

Sono davvero onorato per la vostra nomina. E che sia stata assegnata l’onorificenza anche a Vito Fiorino, che quel giorno era vicino a noi in mare e che mi urlava: “Vai avanti tu che la tua barca è più veloce, intanto io vado avanti qua…” Il mondo avrebbe bisogno di molte più persone giuste, persone disposte a tendere una mano…non costa nulla aiutare chi più ha bisogno.

Grazie di cuore.

Costantino Baratta

Analisi di

14 marzo 2018

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