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Il Viale dei Giusti diplomatici: un segnale morale per il mondo

di Gabriele Nissim

Pubblichiamo di seguito la riflessione del presidente di Gariwo Gabriele Nissim alla vigilia dell'intitolazione, che avverrà domani a Roma, del Viale dei Giusti della Farnesina. Il Viale vuole essere un passo importante verso la realizzazione del Giardino dei Giusti della Farnesina, con i nomi dei diplomatici italiani che si sono distinti nella storia contro i genocidi e le atrocità di massa.

La mia famiglia è una delle pochissime che si sono salvate a Salonicco dallo sterminio dei nazisti in Grecia. Dal quartiere di Baron Hirsch, trasformato in un ghetto dai tedeschi che avevano preso il controllo della città, partirono nella primavera del 1943 ben 19 treni con 48.533 ebrei che furono trasportati come bestiame per un viaggio senza ritorno ad Auschwitz, a Treblinka e a Terezin.

Sui binari della stazione di Salonicco che portavano gli ebrei all’inferno c’era Guelfo Zamboni, un console italiano che cercava di tirare fuori dai vagoni gli ebrei italiani a cui aveva rilasciato dei salvacondotti per Atene. Nella città dove viveva una delle comunità sefardite più numerose d’Europa, il console Zamboni aveva cercato di fare l’impossibile. Non solo salvare gli ebrei italiani che vivevano in quella comunità, ma anche offrire documenti falsi a ebrei che italiani non erano, inventandosi una lontana origine italiana…

Quasi cinquecento ebrei riuscirono con l’ostinazione di Zamboni a trasferirsi ad Atene, che era sotto il controllo delle truppe italiane, e la maggior parte di loro riuscì a salvarsi.

Nella pagina buia degli ebrei greci abbandonati dal mondo questa è stata una delle poche luci. È una vicenda che non solo mi è stata raccontata da mio padre, ma che è rimasta sempre nel cuore dei pochi sopravvissuti di quella città.

“Se ci fossero stati altri Zamboni, dicono in molti, forse la storia sarebbe andata in un’altra direzione.”

A Roma si inaugura martedì davanti al Ministero degli Affari Esteri il Viale dei Giusti della Farnesina per ricordare uomini e donne della diplomazia italiana come Zamboni, che sono stati capaci di salvare delle vite durante genocidi e crimini contro l’umanità. Ci sono state infatti storie esemplari di diplomatici italiani in tutte le parti del mondo, da quella del console italiano a Trebisonda Giacomo Gorrini, che si adoperò per denunciare il genocidio armeno e portare soccorso alle vittime, a quella del console italiano a Kigali Pierantonio Costa, che durante il genocidio in Ruanda mise in salvo con la sua auto centinaia di bambini Tutsi e li portò oltre frontiera, a quelle dei diplomatici Enrico Calamai ed Emilio Barbarani, che salvarono centinaia di perseguitati del regime di Pinochet dopo il golpe in Cile e dalla dittatura militare in Argentina.

Anche recentemente inoltre alcuni diplomatici hanno mostrato il loro coraggio, come Tommaso Claudi, console italiano a Kabul a cui decine di afghani devono la propria salvezza dal regime dei talebani nella fuga precipitosa verso l’aeroporto per essere imbarcati sugli aerei.

L’iniziativa alla Farnesina ha un grande valore morale e politico nel mondo di oggi.
La diplomazia italiana ed europea è chiamata ancora una volta a salvaguardare il valore della democrazia e il rispetto della vita e dei diritti umani, come è accaduto nel passato nei confronti dei regimi dittatoriali in America Latina o nei confronti del totalitarismo sovietico che divideva l’Europa con il muro di Berlino.

Abbiamo infatti assistito in questi anni a tante sconfitte sul piano della protezione delle popolazioni da stermini e crimini di massa, come è accaduto nello Yemen, in Siria, in Birmania con la pulizia etnica dei Rohingya, in Cina con i campi di concentramento degli Uiguri e recentemente in Afghanistan con il ritorno al potere dei talebani. Sono sfide nuove che richiedono non solo l’attenzione delle opinioni pubbliche e delle istituzioni democratiche, ma anche iniziative coraggiose da parte di chi opera sul piano diplomatico.

È questo il segnale incoraggiante che ci viene dall’intitolazione del Viale dei Giusti della Farnesina, che porterà presto alla creazione del Giardino dei Giusti della Farnesina, con i nomi di tutti i diplomatici italiani che si sono distinti nella storia contro i genocidi e le atrocità di massa. Sono esempi morali che il nostro Paese vuole ricordare al mondo intero.

Con questo stesso spirito negli ultimi anni, con la collaborazione di Gariwo, le ambasciate italiane sono state promotrici di numerosi progetti di Giardini dei Giusti all’estero, dalla Tunisia, alla Giordania, all’Argentina, alla Svezia.

L’Italia così è diventata come Israele il Paese che nel mondo più si è impegnato per la promozione del valore morale dei Giusti, promuovendo l’approvazione di una legge per la memoria dei Giusti, tanto al Parlamento europeo, quanto in quello italiano.

Con questa targa, ci auguriamo che questa missione umanitaria possa creare una emulazione positiva in tutto il mondo.

Gabriele Nissim

Analisi di Gabriele Nissim, Presidente Fondazione Gariwo

13 settembre 2021

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