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Infondere paura

di Nadezhda Starovoitova

L'intervento di Nadezhda Starovoitova, co-fondatrice dell'Associazione dei Bielorussi in Italia "Supolka", in occasione della Giornata per la libertà di stampa al Giardino dei Giusti di Milano "La guerra oltre la propaganda - Il racconto indipendente dei fotoreporter ucraini e dei dissidenti russi".

Nella realtà odierna da più di un anno è in corso una spregevole guerra iniziata dalla Russia, di cui anche il governo bielorusso è complice. Oggi, quando per i bielorussi nel loro paese l’esprimere il proprio pensiero può costare non solo la libertà ma addirittura la vita, ecco che i bielorussi all’estero, come noi, si assumono la responsabilità di essere la voce di chi non può parlare. Questo per far capire al maggior numero possibile di cittadini europei, politici e attivisti per i diritti umani che i bielorussi sono contro la guerra e stanno intraprendendo azioni concrete per aiutare l'Ucraina in questa lotta.

Qualche parola sulla situazione in Belarus:

Dalle elezioni del 2020 le illegittime autorità bielorusse hanno continuato e continuano tuttora ridurre i diritti e la libertà con la falsa scusa della lotta al terrorismo e all'estremismo come giustificazione per imporre e inasprire le punizioni a chi ha coraggio di ribellarsi. Si tratta della lotta contro il dissenso e contro la protesta che sfocia nella repressione violenta di azioni e manifestazioni contro la guerra.

Al momento, le liste ufficiali di "materiali estremisti", "persone, organizzazioni, formazioni coinvolte in attività estremiste" e "organizzazioni e individui coinvolti in attività terroristiche" includono migliaia e migliaia di semplici bielorussi, media indipendenti e organizzazioni per i diritti umani. L'elenco delle persone "coinvolte in attività estremiste" comprende 2.531 persone.

Tutte queste formulazioni sono imprecise e vaghe, rendendo possibile aggiungere quasi chiunque all'elenco, come accade nella pratica: dai partecipanti a proteste pacifiche agli individui che hanno espresso la loro posizione civica in qualsiasi forma, come "No alla guerra". L'elenco delle "formazioni estremiste" comprende 121 organizzazioni, tra cui i media non governativi (società televisive e radiofoniche, periodici cartacei ed elettronici, associazioni pubbliche, sindacati, associazioni professionali, iniziative pubbliche grandi e locali, entità politiche e gruppi musicali.

A metà marzo di quest’anno, l'elenco conteneva circa 3.000 titoli di "materiale estremista" di varia natura: più di 1.000 canali Telegram e chat Telegram, canali YouTube, siti web o singole pubblicazioni sui social network Vkontakte, Facebook, Twitter, circa 80 libri, file audio e video, varie immagini e oggetti.

Belarus tiene anche un elenco di organizzazioni terroristiche. Attualmente sono 401 le organizzazioni presenti nell'elenco.

I bielorussi arrestati e accusati in base ai relativi articoli ricevono pene fino ai 25 anni (Nikolai Autukhovich). Secondo l’organizzazione per i diritti umani "Viasna", in almeno cinque occasioni i tribunali hanno applicato misure mediche coercitive contro persone che hanno commesso atti che non erano altro che semplici dichiarazioni.

Oggi in Belarus ci sono 1.500 prigionieri politici. Lo Stato fa del suo meglio per nascondere la reale portata delle repressioni. Molti attivisti per i diritti umani concordano sul fatto che il numero reale sia molto più alto. Secondo i dati del 1° dicembre, Belarus è tra i primi cinque Paesi con il maggior numero di giornalisti nelle carceri - 33. La propaganda bielorussa occupa un posto importante nelle repressioni.

Questi dati riguardano un Paese più piccolo della Lombardia in termini di popolazione.

L'alto tasso di emigrazione per motivi politici ci fa capire che il numero avrebbe potuto essere molto più alto. Siamo sinceramente felici che i giornalisti e gli specialisti di altri settori che sono riusciti a evitare il carcere possano ora contribuire al diffondersi delle informazioni reali su quello che succede nel mondo e in particolare in Belarus e Ucraina, parlando degli eventi militari in Ucraina, lavorando negli ospedali in Ucraina, combattendo per l'Ucraina.

Vorrei raccontarvi in breve la storia della giornalista Kateryna Andreeva, ora in carcere.

Katerina Andreeva, giornalista del canale televisivo Belsat, è stata condannata a 2 anni di carcere nel 2021 per aver condotto uno streaming dal luogo delle proteste a Minsk, come incarico di lavoro. Cinque mesi prima di essere rilasciata dalla colonia è stata accusata di "Tradimento contro lo Stato" e condannata a 8 anni e 3 mesi di prigione. Katya è autrice del libro "Belarusian Donbas", un'inchiesta giornalistica sulla partecipazione dei bielorussi alla guerra nel Donbas (i bielorussi sono diventati il terzo gruppo nazionale più numeroso a combattere a fianco dell'Ucraina), sul ruolo dei servizi speciali bielorussi e di Lukashenko in questa guerra. Katerina ha accolto il verdetto "con serenità e dignità" e ha scherzato tristemente sul fatto di aver ottenuto una pena "più grande di Solzhenitsyn". "Katya, tesoro, stiamo facendo il possibile perché tu non debba scontare l'intera pena!".

L’instillazione della paura è una realtà quotidiana in Belarus, un retaggio del periodo sovietico che si moltiplica ogni giorno. E anche in queste condizioni, i bielorussi onesti fanno la loro scelta e adottano misure disperate per resistere all'invasione delle truppe russe dai territori bielorussi: passano informazioni all'Ucraina sulla posizione dell'esercito e delle attrezzature russe sul territorio di Belarus, organizzano deviazioni sulla ferrovia, creano risorse Internet per contrastare la retorica della propaganda bielorussa e russa, fanno esplodere un aereo russo sull'aeroporto vicino a Minsk.

A nome dei bielorussi in Italia vorrei ringraziare tutti coloro che non sono indifferenti alla guerra in Ucraina e agli orrori che stanno accadendo in questo momento a tutti coloro che si oppongono all'aggressione russa. Slava Ukraine! Zyvie Belarus!

Nadezhda Starovoitova

Analisi di

3 maggio 2023

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