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Le parole malate

di Gabriele Nissim

Pubblichiamo di seguito l'intervento del Presidente della Fondazione Gariwo Gabriele Nissim alla Giornata per la liberà di stampa celebrata al Giardino dei Giusti di Milano.

Perché questa manifestazione al Giardino dei Giusti nel giorno della libertà di stampa, a sostegno dei giornalisti indipendenti e delle voci libere? Perché da un punto di vista morale abbiamo avuto un ritardo.

Abbiamo guardato giustamente agli ucraini che lottano per la loro indipendenza e libertà, ma non abbiamo manifestato con la stessa forza a favore di quanti lottano per la democrazia e la libertà oggi in Russia.
Non c’è soltanto una guerra e una aggressione all’Ucraina, ma c’è oggi una guerra in Russia contro coloro che cercano di raccontare la verità al popolo russo e, per questo, vengono repressi nelle redazioni dei giornali e nelle strade quando esprimono la loro protesta.
Siamo stati in ritardo nell’ascoltare le prese di posizione di Memorial, di Novaja Gazeta, della grande Politkovskaja, che ci mettevano in guardia contro la degenerazione del sistema di Putin, che vorrebbe riportare indietro le lancette della Storia ritornando ai confini dell’impero sovietico e ricostruendo ancora una volta un sistema totalitario.
Siamo stati in ritardo nel comprendere come la battaglia per la democrazia, dopo le grandi speranze dell’89, abbia fatto un pericoloso passo indietro. Quanto succede oggi in Ucraina è la manifestazione più evidente che la Russia non ha paura dell’Ucraina per il suo ancoraggio all’Occidente, ma perché il sistema di Putin teme il contagio della democrazia al suo interno. I gerarchi del Cremlino temono non tanto la Nato, come si vuole fare credere, ma che una Maidan del 2014 si possa manifestare un giorno anche a Mosca.
Una grande giornalista di La Repubblica, Rosellina Balbi, usava un termine per descrivere il capovolgimento delle opinioni: parlava di parole malate che stravolgono gli avvenimenti e vengono usate ad arte per confondere la realtà.
Un esempio straordinario di chi compie questa battaglia contro le parole malate è dato dalle splendide donne che sono con noi oggi: Galina Timčenko, direttrice di Meduza, e Zoja F. Svetova di Novaja Gazeta.

Quali sono le parole malate che distorcono gli avvenimenti?
Un'aggressione a un Paese diventa un'operazione militare, come se fosse un'esercitazione.
Un attacco alla sovranità e alla libertà di un Paese diventa un'operazione di "denazificazione". E quando si pronuncia questa parola terribile tutto diventa legittimo e possibile, perché contro i nazisti non ci sono vie di mezzo.
E si è oggi giunti alle parole malate più terribili che colpiscono tutto il mondo ebraico.
Il patriota ebreo Zelens'kyj viene presentato come un protettore dei nazisti e lo si paragona addirittura ad Hitler, che per il ministro degli esteri Sergej Lavrov avrebbe del sangue ebraico.
Sarebbero dunque gli stessi ebrei ad aver dato origine al nazismo, ieri come oggi.
È questa la più grande manipolazione della Shoah che è stata creata in Europa nel dopoguerra.
Il nazismo è diventato, dunque, un’altra cosa da quello che era.
I giornalisti russi indipendenti sono impegnati in una grande battaglia per la verità contro la menzogna, che riprende lo spirito dell’appello che il 14 febbraio 1974, giorno del suo arresto, Aleksandr Solženicyn chiese che venisse fatto circolare nel Paese.
Il documento invitava i cittadini russi ad adottare un nuovo codice di comportamento: vivere senza menzogna.
Lo scrittore russo sosteneva allora, con molte analogie con la situazione di oggi, che nonostante non era possibile esprimersi liberamente e godere delle libertà democratiche, gli individui avevano però la possibilità di fare sentire la propria voce, rifiutandosi di avallare le bugie del regime:
“Questa è la chiave della nostra liberazione, una chiave che abbiamo trascurato e che è pure tanto semplice e accessibile: il rifiuto di partecipare personalmente alla menzogna, anche se ricopre ogni cosa, anche se domina dappertutto. Su un punto siamo inflessibili: che non domini per opera mia.”
Rifiutare di mentire significava impegnarsi a non dire, non scrivere, non firmare e non pubblicare cose che travisano la realtà; abituarsi a non esprimere falsità in ogni forma di creazione artistica - dalla fotografia, alla pittura, alla musica; non fare riferimento a direttive politiche senza esserne convinti, ma soltanto per compiacere qualcuno per motivi di carriera; non partecipare a manifestazioni e a comizi contro la propria volontà, né alzare la mano a favore di mozioni che non si condividono, né partecipare a riunioni dove si è obbligati ad accettare una decisione preconfezionata; non acquistare giornali e riviste che danno informazioni deformate e tacciono sui fatti essenziali.
Chi avesse agito in questo modo, osservava Solženicyn, avrebbe ritrovato la propria anima e il gusto di essere “una persona onesta, degna del rispetto dei figli e dei contemporanei”.
I giornalisti russi indipendenti oggi sono messi a tacere, perseguitati, e pagano anche con la vita, ma hanno la stessa convinzione del grande giornalista e scrittore Vassilij Grossman, il quale riteneva che è impossibile mettere a tacere la natura umana, perché nessun sistema dittatoriale e totalitario può spegnere l’anelito alla libertà che c’è nel cuore degli uomini.
Per questo sono ottimisti.
Noi dobbiamo dare forza a queste voci della Russia.
Ricordo che, al tempo del comunismo, molti sostenevano che i dissidenti non contavano ed era inutile perdere tempo a sostenerli, perché la soluzione non sarebbe arrivata dagli uomini, ma dalle forzature economiche e militari della guerra fredda. È una previsione che si è mostrata sbagliata perché sono stati gli oppositori, con la loro coscienza, che a Praga come a Varsavia e a Budapest hanno permesso la caduta del Muro.
Noi dobbiamo credere in queste persone e come Gariwo facciamo qui una promessa: ci impegneremo a farle conoscere in tutti i Giardini e invitiamo i media a fare altrettanto.
Noi abbiamo un compito importante: creare un ponte morale e politico tra i combattenti dell’Ucraina e i resistenti che si battono contro la menzogna di regime in Russia. Non solo gli uni hanno bisogno degli altri per la fine dell’aggressione, ma la ricostruzione di un futuro in Europa dopo le macerie di questa guerra passerà da una nuova conciliazione tra i due popoli, che solo gli uomini migliori possono costruire.

Non dovrà esistere l’Ucraina negata e vassalla della Russia, ma un'Ucraina in sintonia con le voci libere e democratiche della Russia.

Gabriele Nissim

Analisi di Gabriele Nissim, Presidente Fondazione Gariwo

5 maggio 2022

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