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Nasrin Sotoudeh, giurista iraniana, incarcerata, da due mesi in sciopero della fame

di Emilio Barbarani

"Meglio intervenire prima, piuttosto che piangere dopo", dalla riflessione, che pubblichiamo di seguito, del già Ambasciatore italiano a Santiago del Cile e Ambasciatore di Gariwo Emilio Barbarani. 

La stampa riporta anche oggi il nome e la storia di Nasrin Sotoudeh, giurista iraniana da due mesi in sciopero della fame nel tristemente famoso penitenziario di Evin, dove dovrà restare fino al 2051 per “reati contro la sicurezza nazionale”, e dove riceverà 148 frustate per “incitamento alla prostituzione”, essendo apparsa in pubblico senza velo. La Sotoudeh, che ha meritato il Premio Sacharov per la difesa dei diritti umani, è stata ricoverata giorni addietro in un ospedale di Teheran per insufficienza cardiaca. Chi la ha vista ha assicurato che era “pelle e ossa”, in fin di vita.

Non intendo entrare nel merito della applicazione della legge iraniana. Desidero soltanto evocare una questione di principio che dovrebbe valere per tutti gli uomini del mondo. Il rispetto per i diritti dell’individuo deve rivestire un carattere sempre prioritario nella applicazione della legge. Questo non soltanto in Iran e in altri Paesi “autoritari”, ma anche in diversi Paesi cosiddetti “democratici”. Ho l'esperienza diretta di Paesi dove la legge ha costituito lo strumento politico per controllare e soffocare la dissidenza interna. Questo è inammissibile, non è accettabile da parte di tutti coloro, e sono tanti, che credono nei diritti umani e nel rispetto degli individui. L’Iran, la Turchia e altri Paesi sono in capo alla lista dei Paesi dove sussiste il diffuso timore per l’ incertezza della “giustizia” della legge, dove i cittadini temono di venire perseguitati “in nome della legge” a causa delle loro idee politiche o religiose, dove i prigionieri politici marciscono nelle carceri del locale regime e spesso vi muoiono. La legge non è più lo strumento che assicuri il trionfo della giustizia, ma il pretesto per esercitare la violenza dell’uomo sull’uomo.

Lancio quindi un appello all'opinione pubblica, distratta da tanti problemi di scarso rilievo, perché alzi la voce e chieda al nostro Governo di farsi autorevolmente sentire nei competenti fori nazionali e internazionali, onde si torni a pretendere da tutti il rispetto dei diritti umani, come accadeva non molti anni addietro. Si potrebbe iniziare subito, sollecitando a Teheran la revisione del processo e della pena della giurista Nasrin Sotoudeh, destinata in breve a morire di inedia nel penitenziario di Evin per avere difeso i diritti dei locali dissidenti politici. Ricordate anni addietro le battaglie che l’Italia condusse a difesa dei diritti umani nel Cile di Pinochet? Tutti in strada! Ricordate quanti perseguitati politici riuscì a porre in salvo l’ambasciata italiana a Santiago? Perché oggi per altri Paesi non avviene altrettanto? Abbiamo forse scordato che i Diritti Umani continuano a esistere, anche se troppo spesso in diverse parti del mondo risultano lesi? Che Roma riprenda la nobile battaglia a difesa dell’uomo e dei Diritti Umani: questo è il mio invito e il mio auspicio!

Emilio Barbarani, già Ambasciatore italiano a Santiago del Cile

Analisi di

25 settembre 2020

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