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Papa Francesco e la bomba morale della verità

editoriale di Gabriele Nissim

Papa Francesco ha chiesto ai fedeli di tutte le religioni e alle persone di buona volontà di digiunare per la pace in Siria, condannando l’uso di armi chimiche e manifestando la sua contrarietà ad un intervento militare unilaterale americano che aggiungerebbe nuove vittime nell’area mediorientale, rischiando così di innescare un processo di nuove violenze.

Il suo appello presenta un elemento di grande novità perché, a differenza di altri interventi del papato nelle precedenti crisi internazionali, non rimuove i crimini compiuti e le sofferenze che hanno portato alla crisi attuale. La pace in sostanza, fa capire Papa Francesco, non dipende soltanto dalle scelte americane - per cui i buoni sarebbero oggi tutti coloro che si oppongono all’intervento - ma è stata lacerata da tutti gli attori che hanno in questi anni fomentato i massacri in Siria.

Difendere il valore della pace significa rimuovere le cause che hanno portato alla situazione attuale e non pensare ingenuamente che questa si preservi con il mantenimento dello statu quo. Lottare per la pace significa prima di tutto dire ad alta voce che oggi esistono in Siria due guerre in atto, con dei responsabili che hanno un nome ed un cognome.

Come ha osservato sulle nostre pagine con grande lucidità lo scrittore siriano Shady Hamadi, la prima guerra è stata scatenata dal dittatore Assad, che da due anni sta compiendo un vero e proprio democidio nei confronti di un popolo che non accetta più l’imposizione di un regime ingiusto e sanguinario. In questa guerra Assad non è solo, ma da alcuni mesi viene supportato dall’intervento esterno delle milizie degli Hezbollah e dai militanti iraniani che sono riusciti a fiaccare la resistenza popolare. Un’ invasione della Siria a fianco del suo capo sanguinario è già in corso e su questa ingerenza sarebbe importante ragionare quando si chiede di difendere la pace.

La seconda guerra in corso è opera dei gruppi di Al Qaeda, che in Siria mirano a sostituire il regime di Assad con un regime fondamentalista islamico e che hanno introdotto pratiche barbare nella crisi siriana, come testimoniano le atrocità e i mezzi usati nei combattimenti.

Se si vuole che la giornata di pace indetta da Francesco scuota veramente le coscienze è dunque necessario ricordare queste verità per non cadere nell’ipocrisia.

Per smuovere il mondo e ottenere un impegno internazionale, sotto l’egida delle Nazioni Unite, che ponga fine ai massacri e all’uso di armi di distruzioni di massa è necessario non venire meno a un giudizio morale sulle responsabilità.

È questa in realtà la vera bomba che può cambiare il corso degli avvenimenti, ma che molti per viltà o interesse preferiscono non innescare.

Gabriele Nissim

Analisi di Gabriele Nissim, Presidente Fondazione Gariwo

6 settembre 2013

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