Il tema della prevenzione dei genocidi, uno degli approdi essenziali del percorso di Gariwo, ha al centro la figura di Raphael Lemkin, Giusto dell’Umanità, onorato nel 2022 al Giardino di Monte Stella di Milano. Al Giurista ebreo polacco dobbiamo l’approvazione nel 1948da parte dell’Onu della convenzione sui crimini di genocidio. Gabriele Nissim ha ricostruito in modo approfondito nel suo ultimo saggio pubblicato da Rizzoli, Auschwitz non finisce mai. La memoria della Shoah e i nuovi genocidi,la biografia e l’opera del grande studioso verso il quale siamo debitori del consolidamento del concetto di “prevenzione” del male estremo.
L’Istituto Lemkin, nato come osservatorio e denuncia delle crisi in atto al fine di prevenire i genocidi e di cui abbiamo già segnalato l’allarme lanciato nel dicembre del 2022, ha inviato una lettera aperta al Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel per mettere in guardia i paesi membri contro i rischi di complicità nel genocidio degli attori internazionali. L’istituto Lemkin sottolinea che il blocco del passaggio di Lachin da parte dell’Azerbaigian ancora in atto, costituisce una minaccia esistenziale per i 120.000 armeni del Nagorno Karabagh.
Il Lemkin Institute, ancora una volta, porta l'attenzione sull'intento genocida chiaramente leggibile nella creazione di un nuovo posto di blocco illegale da parte del governo azero per impedire il trasferimento di forniture umanitarie nel Nagorno Karabakh. Questo significa che l'Azerbaigian continua a violare l'ordine della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) del 22 febbraio di sbloccare tutti i canali di comunicazione nell'Artsakh. La storia ammonisce sul silenzio e sulle omissioni che nel passato hanno provocato immani tragedie. Un osservatorio internazionale in grado di analizzare il pericolo di genocidio allo stato nascente e lanciare l’allarme, non dovrebbe rimanere inascoltato. Gli autocrati che aggrediscono e invadono un paese per ambizioni territoriali si sentono invincibili e difficilmente possono essere fermati. Per questo le pressioni internazionali e diplomatiche dei paesi democratici devono agire là dove la crisi si manifesta con le armi del diritto internazionale.

Analisi di Pietro Kuciukian, Console onorario d'Armenia in Italia e cofondatore di Gariwo