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Riflessioni su inquietanti episodi di cronaca

di ​Nadia Neri, psicologa analista

Louis Massignon

Louis Massignon

In questi giorni sono stata molto colpita da due notizie provenienti da ambiti molto diversi e che pure si intersecano tragicamente. Una paziente, una settimana fa, mi racconta che alla festa di una bambina, dove ha accompagnato sua figlia – che frequenta la scuola media -, un ragazzino con lievi problemi psicologici e seguito in psicoterapia ha estrinsecato la sua aggressività verso i compagni di classe dicendo “io sono dell'Isis e vi taglio la testa, perché loro vincono sempre”. Questo esempio mi sembra molto inquietante, volutamente non voglio fare un commento clinico: eroi negativi presi da un cartone, da un film o da una fiaba catturano sempre l'attenzione dei bambini, ma qui ci si identifica con un movimento politico-religioso estremista e sanguinario, ed è tragico che nessuno si allarmi per il significato che queste affermazioni assumono. La mia paziente si sofferma solo sulla sofferenza psichica di questo ragazzino, i compagni si spaventano, gli altri genitori e i professori a scuola, dove il giovane ha ripetuto tale affermazione - non reagiscono. Secondo me, in questo caso, non si può intervenire solo a livello clinico, ma bisogna avere il coraggio di prendere una posizione, a livello educativo con la classe, a livello privato con gli adulti che ascoltano queste affermazioni. In questi casi il silenzio è molto pericoloso: i regimi autoritari nascono anche - sottolineo anche - dall'acquiescenza dei più, da una sottovalutazione difensiva di un fenomeno come quello dell'Isis.

La seconda notizia che mi ha colpita è stata invece riportata dai quotidiani: due gemelli tedeschi di 24 anni, biondi e con gli occhi azzurri, si sono convertiti non solo all'Islam, ma anche alla versione sanguinaria ed estremista dell'Isis. Sono così partiti per la Siria, come tanti europei, ma non solo per combattere: sono infatti morti come kamikaze in due diversi attentati. Soltanto dopo alcuni giorni dalla loro morte, i genitori hanno ammesso che la notizia era vera e che quelli erano i loro figli....ma perché prima sono rimasti in silenzio? Alcuni genitori, ad esempio, denunciano coraggiosamente la scomparsa dei figli, in fuga verso la Siria, in un estremo tentativo di salvarli. Non ho letto o sentito commenti particolari, e mi vengono in mente le parole di Gabriele Nissim ascoltate nella trasmissione di Rai Radio Tre, Uomini e profeti: i nazisti facevano il male, ma hanno fatto di tutto per nasconderlo, hanno cercato di distruggere i Lager nell'imminenza del tracollo finale, invece gli estremisti dell'Isis diffondono in tutti i modi, soprattutto via web, le atrocità che compiono, e se ne vantano. La presa su tanti è pericolosamente enorme, poiché in questo modo viene trasemsso un senso contagioso di invincibilità e impossibilità a contrastarli. Come mai nessuno si chiede chi li finanzia e li aiuta? Ho letto rari articoli su questo punto, e così il rischio che tutto si trasformi in un’ondata inarrestabile di anti islamismo è enorme. Paradossalmente, questa è anche una delle armi su cui si basa la loro propaganda.

A me per ora viene in mente questo: proviamo noi europei a leggere il Corano, da soli, in gruppo, a rivalutare e diffondere il pensiero spirituale di pensatori come Louis Massignon, che hanno fatto dell'incontro tra Cristianesimo e Islam il perno della propria vita e spiritualità. Massignon è stato un grande studioso del mistico al-Hallaj, ma non è l’unico esempio: C.G.Jung scrisse un saggio nel 1939, Sul rinascere, sulla sura 18 del Corano, la Caverna.

Sono minuscoli esempi, ve ne sono molti, per riflettere, studiare, approfondire il loro testo sacro, i filosofi importanti - da noi sconosciuti - come Averroè, Avicenna, i mistici e così via. Le citazioni sarebbero innumerevoli. Rivalutare, approfondire senza pregiudizi il loro mondo, la loro civiltà, la loro religione romperebbe un muro che i musulmani moderati non riescono a valicare, facendo sentire forte la loro voce. La conoscenza può essere un contributo essenziale e una lezione di civiltà per chi uccide se si ha una croce, se si è cristiani, ebrei, occidentali, diversi.   

Nadia Neri, psicologa analista

Analisi di

3 giugno 2015

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