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Tunisi. Un Giardino dei Giusti contro il terrorismo Jihadista

di Janiki Cingoli

La prossima inaugurazione di un Giardino dei Giusti, nell’Ambasciata italiana di Tunisi, alla presenza delle autorità tunisine e italiane, avviene a pochi giorni dalle tragiche stragi effettuate da terroristi jihadisti legati all’ISIS. Ed è significativo che gli organizzatori dell’avvenimento abbiano deciso di piantare un albero in memoria di Faraaz Hussein, il giovane musulmano che a Dacca poteva salvarsi ma si è sacrificato pur di non abbandonare le sue due amiche.
Il giardino di Tunisi acquista perciò un nuovo importante significato, quello della lotta dei Giusti nel mondo contro la disumanità del terrorismo jihadista.
Questo Giardino era d’altronde già di per sé un fatto importante: commemorare in un paese arabo, la Tunisia, Giusti arabi che hanno salvato la vita di ebrei durante il nazifascismo, rimuove, come giustamente nota Sumaya Abdel Qader nella sua dichiarazione che riportiamo in questa newsletter, un tabù durato a lungo nel mondo arabo, e tuttora largamente diffuso, causato dalla sovrapposizione con l’irrisolto conflitto israelo-palestinese.
La figura del Giusto acquista quindi un carattere sempre più universale e attuale, di emblema di lotta contro ogni forma di disumanizzazione dei conflitti e di trasformazione del credo religioso in strumento di odio e di annientamento di altri esseri umani.
Tra gli oratori che interverranno a questa iniziativa vi è anche Hamadi ben Habdesslem, la guida tunisina che a rischio della sua vita ha salvato decine di italiani durante l’attacco terroristico al Museo del bardo. L’amico Gabriele Nissim, Presidente di Gariwo, ha scoperto che a questo eroe non è stato conferito nessun riconoscimento dallo Stato italiano, che dagli stessi salvati non gli sono pervenute attestazioni di riconoscenza.
Ci pare una omissione imperdonabile, e ci uniamo alla sua richiesta, rivolta al Presidente Mattarella e al Presidente del Consiglio Renzi, che a questa incredibile omissione venga posto riparo.
CIPMO quindi aderisce con grande convinzione a questa iniziativa di Gariwo e la sostiene, nel quadro di una sempre più stretta e amichevole collaborazione tra i nostri due Istituti, che insieme stiamo cercando di rafforzare.

Janiki Cingoli

Analisi di Janiki Cingoli, già presidente di CIPMO - Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente

8 luglio 2016

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