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Un appello ai giornalisti

di Gabriele Nissim

Di seguito il discorso pronunciato dal presidente di Gariwo Gabriele Nissim al Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano in occasione della Giornata per la libertà di stampa 2021. All'evento hanno partecipato i rappresentanti delle principali testate giornalistiche italiane e della Associazione Stampa Estera Milano.

Vorrei ringraziare tutti i giornalisti che sono presenti oggi, perché il Giardino dei Giusti è un luogo scomodo che ricorda uomini e donne scomodi che vanno contro corrente. Senza il vostro sostegno, noi saremmo molto più deboli.

Spesso come Gariwo siamo attaccati perché non facciamo distinzioni tra gli uomini giusti, tra quelli che salvano ebrei, armeni, migranti in mare, che lottano contro il terrorismo, per la libertà in Cina, in Russia, in Turchia.

Per alcuni guardare all’universale è una colpa. Vorremmo invece che questo principio venisse salvaguardato perché lo scopo di questo Giardino e della Giornata europea dei Giusti è quello di insegnare ai giovani e ai cittadini a sentirsi responsabili del mondo. Come sottolineava Raphael Lemkin, l’artefice della Convenzione delle Nazioni Unite per la prevenzione dei genocidi, se una parte del mondo viene mutilata è tutto il mondo che perde una parte della sua ricchezza e bellezza. Ogni essere umano è meno libero se in qualsiasi luogo del mondo un uomo perde la sua dignità.

Oggi, nella Giornata della libertà di stampa, ricordiamo i giornalisti che hanno denunciato il male estremo, le dittature e i totalitarismi. Nel 2020, come ricorda Reporter senza frontiere, cinquanta giornalisti sono stati assassinati e quest’anno sono già dodici le vittime.

Perché li vogliamo ricordare in un Giardino dei Giusti? perché sono il tramite fondamentale che può spingere la società e la politica, troppo spesso sorda e distratta, a mobilitarsi contro le ingiustizie estreme nel mondo. Nel Giardino dei Giusti di Milano abbiamo, nel corso degli anni, onorato i grandi fondatori di questo pensiero che hanno cercato, senza per altro riuscirci, di allertare il mondo contro le grandi atrocità del Novecento. 

Sono stati il tedesco Armin Wegner, che con le sue fotografie fu lo scrittore fotoreporter che denunciò il genocidio armeno; il polacco Jan Karski, che con il suo rapporto cercò invano di mobilitare il mondo perché fermasse la Shoah; il russo Solgenitsin, che consegnò la più grande documentazione storica dei gulag staliniani.

Sono oggi i giornalisti coraggiosi che denunciano la pulizia etnica dei Rohingya, il genocidio culturale degli Uiguri, le atrocità di massa in Siria e nello Yemen, la persecuzione politica in Russia, in Cina e in Turchia. Hanno preso sulle spalle l'eredità morale dei loro predecessori e sono il tramite attraverso cui si può realizzare una mobilitazione mondiale per la prevenzione di ogni nuova forma di male estremo.

Per l’advisor delle Nazioni Unite incaricato dal Segretario generale di monitorare i potenziali genocidi, Alice Wairimu Nderitu, la possibilità di interromperli dipende dalla creazione di un sistema internazionale di allerta che a sua volta dipende dalla qualità dell’informazione.

Sono il silenzio e la distrazione, come è accaduto per la Shoah e il genocidio armeno, a rendere più forte i genocidari, i fondamentalisti e i dittatori, che per avere mano libera nei loro misfatti ricorrono alla disinformazione e all’occultamento delle prove. Il negazionismo di cui si servono può venire incrinato soltanto con la forza di una informazione libera e puntuale.

Per questo motivo Gariwo ritiene che il modo migliore per rendere omaggio ai giornalisti che hanno pagato con la loro vita l'impegno per denunciare il male estremo sia quello di tradurre in iniziativa politica l’esempio che ci hanno dato.

Per questo, chiediamo a tutti i giornalisti italiani di appoggiare la proposta che viene da questo Giardino dei Giusti dell’umanità di dedicare un giorno della vita del nostro Parlamento, in una commissione apposita, a rendere pubbliche le informazioni sui possibili segni di nuovi genocidi e sulle atrocità di massa in corso. Gariwo ha chiesto che sia nominato un advisor dei genocidi che, sulla base del lavoro di inchiesta dei giornalisti e degli osservatori internazionali, possa fare ogni anno un rapporto dettagliato all’opinione pubblica affinché queste informazioni dai giornali possano entrare nelle nostre istituzioni.

Il nostro sogno è che questa richiesta, in occasione della Giornata della liberà di stampa, possa diventare una proposta comune di tutti i giornalisti italiani affinché il nostro Paese possa lanciare un messaggio morale al mondo intero. E la vorremmo fare in nome di tutti i reporter che per la libertà d'informazione hanno perso la loro vita.

È questo il modo migliore per ricordare il valore morale della libertà di stampa, che ci deve spingere a difendere i valori fondamentali della dignità umana.

Gabriele Nissim

Analisi di Gabriele Nissim, Presidente Fondazione Gariwo

3 maggio 2021

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